1. A Macerata la paura per la “caccia al nero” è ancora tanta
Il gesto di Luca Traini dovrebbe metterci in guardia rispetto all’ascesa di gruppi fascisti in Italia. È l’opinione del Guardian, per il quale una cattiva narrazione sui migranti, unita all’aumento di notizie false e ad un passato fascista con cui l’Italia non ha saputo fare i conti, hanno portato migliaia di persone a simpatizzare per l’estrema destra. Le parole di odio, lo abbiamo visto chiaramente, possono tradursi in atti di violenza omicida, per questo studiosi e scrittori hanno invitato i direttori delle testate giornalistiche e televisive a un impegno concreto contro la narrazione tossica. Intanto a Macerata, nonostante la paura resti ancora tanta, le associazioni continuano il loro lavoro, anche di fronte alle intimidazioni. Redattore Sociale ha intervistato la Macerata dell’accoglienza.
2. Il Decreto sicurezza visto da Como
A Como si sta consumando una spaccatura che attraversa l’Italia intera. Da una parte c’è chi immagina un paese fondato su concetti come ordine e sicurezza, dall’altra c’è chi cerca di costruire comunità in nome dell’integrazione e dell’accoglienza. Parole di Luigi Mastrodonato che da Como, in un articolo per Internazionale, ha analizzato la destra che punta su sicurezza e decoro.
Gabriele Santoro ci ricorda invece quando i briganti eravamo noi italiani, quando cioè per decenni la stampa straniera ci ha dipinti come individui dediti al malaffare.
3. Accoglienza come concessione: ecco come i migranti finiscono nei ghetti
Secondo Medici senza frontiere sarebbe in atto un processo a livello legislativo tendente a rendere l’accoglienza nei centri sempre più una concessione e meno un diritto. Annalisa Camilli per Internazionale ci racconta come vivono le circa 10mila persone costrette – secondo il rapporto Fuori campo, fresco di pubblicazione – in ghetti e aree disagiate con “limitato o nessun accesso ai beni essenziali e alle cure mediche”. Eleonora Camilli e Giacomo Zandonini hanno incontrato per noi alcune di queste persone nell’ex fabbrica di penicillina di Roma. Intanto La Caritas Italiana invita a fare chiarezza sui numeri reali dei rifugiati in Italia.
4. Come il tema dell’immigrazione può influenzare il risultato elettorale italiano
Manca meno di un mese alle prossime elezioni politiche italiane e sono in tanti, anche all’estero, a chiedersi come il tema dell’immigrazione – forzatamente tirato in ballo dopo la tentata strage di Macerata – possa influire sull’esito del voto. Un interessante articolo di Ferruccio Pastore per Politico ci mostra come in Italia la paura nei confronti degli stranieri non è sempre correlata all’afflusso di migranti, ma anzi ha raggiunto il suo apice nel 2007 quando il numero di sbarchi era al minimo. Intanto, lo scorso 8 febbraio, 18 associazioni cattoliche hanno presentato un documento programmatico da sottoporre ai candidati al Parlamento sul tema delle migrazioni.
5. Il sistema di accoglienza tedesco, ovvero non è tutto oro ciò che luccica
“Siamo rifugiati, non carcerati” ha protestato in conferenza stampa un folto gruppo di richiedenti asilo detenuti nel centro di accoglienza di Bamberg, città bavarese dell’Alta Franconia. Eppure il centro di Bamberg che ospita 1400 migranti – e nel quale si spinge affinché i richiedenti asilo con scarse possibilità di restare e i migranti con un ordine di deportazione esecutivo lascino la Germania “volontariamente” – è considerato un modello nel dibattito tedesco sull’immigrazione. Sempre dalla Baviera arriva la storia della famiglia al-Habab, fuggita più di un anno fa da Damasco: come la maggior parte dei siriani che sono arrivati in Germania hanno ricevuto solo una protezione temporanea, il che ha complicato molto il loro percorso integrativo.
6. Tra i rifugiati Rohingya che combattono la difterite
Di tenda in tenda, tra i campi dei rifugiati in Bangladesh. Questo è il lavoro quotidiano dei volontari sanitari della comunità Rohingya, che aiutano a combattere la difterite. Da quando è scoppiata la violenza nella zona del Maungdaw (nell’Ovest del Myanmar, quasi 700.000 tra donne, bambini e uomini sono fuggiti in Bangladesh e rifugiati in campi dove si sono verificati oltre 5.000 casi di infezione acuta. A dicembre abbiamo incontrato alcuni di loro nel campo di Kutupalong, nei pressi di Cox Bazar.
7. Il governo israeliano prevede di rimpatriare ventimila migranti africani
Il controverso piano del governo israeliano per il rimpatrio forzato di migliaia di migranti africani (20 mila entro il 2020) ha acceso un forte dibattito sia dentro i confini dello Stato mediorientale che nella comunità internazionale. Il quotidiano israeliano Haaretz si chiede quale sia l’obbligo dello Stato ebraico – paese fondato come rifugio per gli ebrei in fuga dalle persecuzioni – nei confronti dei migranti, anche se questi non sono ebrei. Il Washington Post è riuscito a chiederlo al ministro degli interni israeliano Aryeh Deri.
8. Negli USA il mancato accordo sui Dreamers ha provocato uno shutdown momentaneo del governo
Le morti di migranti alle frontiere tra Stati Uniti e Messico sono aumentate nel 2017, nonostante secondo l’Onu siano diminuite le persone che hanno tentato di attraversare il confine. Intanto il mancato accordo tra democratici e repubblicani sui fondi da destinare al DACA ha provocato un momentaneo shutdown, la paralisi degli uffici governativi per la mancata approvazione del bilancio. Nancy Pelosi, leader dei Democratici alla Camera, ha battuto ogni record di ostruzionismo al Congresso, parlando ininterrottamente in aula per oltre otto ore senza bere né mangiare per bloccare il budget.Ma alla fine il bilancio è stato comunque approvato.
9. Non c’è angolo di pianeta esente dalla piaga della schiavitù
L’8 febbraio si è celebrata la giornata mondiale contro la tratta di esseri umani. Dalla Libia al Bangladesh, dalle donne costrette a prostituirsi ai ragazzini obbligati al lavoro forzato, sono più di 40 milioni le vittime della “schiavitù moderna” in tutto il mondo.
10. La tragedia di Tarajal non ha ancora colpevoli e i respingimenti non sono finiti
Sono passati quattro anni dalla tragedia della spiaggia del Tarajal, vicino Ceuta, in cui la Guardia Civil respinse uno sbarco di migranti con gas lacrimogeni e proiettili di gomma provocando la morte di almeno 15 persone. Oggi le ONG chiedono ancora indagini adeguate e la fine dei respingimenti nelle enclavi spagnole.
Foto di copertina di Giacomo Zandonini