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Homepage >> Web review >> I migliori articoli su rifugiati e immigrazione 15/2022

I migliori articoli su rifugiati e immigrazione 15/2022

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11 aprile 2022
Dai confini dell’Ucraina, al Mediterraneo centrale, passando per la rotta alpina. Quella trascorsa è stata ancora una settimana durissima per i migranti che hanno tentato di raggiungere l’Europa.

1. Aumentano gli appelli per liberare i migranti trattenuti in un centro di detenzione in Ucraina

Secondo un’inchiesta giornalistica condotta da Lighthouse Reports, decine di migranti senza documenti sarebbero ancora trattenuti in un centro di detenzione nell’Ucraina nord-occidentale.

“When there was an air raid the guards ran off & left them locked up,” @LHReports reveals life inside EU-funded Ukraine detention centre that kept migrants locked up as war raged. W/partners @derspiegel @AJEnglish 🧵 pic.twitter.com/IA2ymTXsT3

— Lighthouse Reports (@LHreports) April 4, 2022

Nell’inchiesta viene ricostruito come l’Unione Europea abbia finanziato almeno tre centri di detenzione in Ucraina per anni, rendendo di fatto il Paese extra UE un gatekeeper. In particolare una struttura nei pressi Lutsk, apparentemente ancora in funzione, avrebbe ricevuto il sostegno dell’UE “per confinare i richiedenti asilo, molti dei quali respinti dall’UE”. All’indagine ha partecipato anche la testata Al Jazeera che riporta di non aver ricevuto risposte dalla Commissione Europea riguardo al funzionamento del centro e se ci fossero piani per aiutare a evacuare le persone trattenute.

A migrant detention centre near Ukraine’s Lutsk city appears to continue to hold an unconfirmed number of migrants despite Russia’s full-scale invasion of the country https://t.co/Xg3encliE6 pic.twitter.com/n55tDFSX4N

— Al Jazeera English (@AJEnglish) April 4, 2022

“Ora che l’Ucraina è diventata una zona di guerra, l’UE dovrebbe fare tutto il possibile per garantire il rilascio e il passaggio sicuro delle persone detenute in Ucraina a causa del loro status migratorio” afferma Human Rights Watch in un rapporto che denuncia le condizioni di massima vulnerabilità dei migranti ancora trattenuti in Ucraina.

2. I cittadini di paesi terzi in fuga dalla guerra in Ucraina vengono “accolti” in maniera diversa

“Faceva molto più freddo al confine tra Ucraina e Polonia”, “ho dovuto bruciare l’altra giacca, i miei vestiti e tre paia di scarpe per tenermi caldo” spiega Jehad Kaware, due volte rifugiato: prima fuggito dalla Striscia di Gaza e poi dall’Ucraina.

The saga of a two-time refugee (first from the Gaza Strip, now from Ukraine) and why he regrets having applied for asylum in Brussels, the capital of Europe, which turned out to be far less welcoming to non-Ukrainian refugees than advertised https://t.co/5dFT4inpQs

— Valentina Pop (@valentinapop) April 6, 2022

Sul Financial Times, la giornalista Valentina Pop racconta la storia di Kaware che ora si trova a Bruxelles dopo un’odissea in cui emerge il trattamento diverso riservato alle persone rifugiate di Paesi terzi che fuggono dall’Ucraina. “Poiché Kaware ha solo documenti palestinesi, le autorità belghe lo hanno mandato in uno squallido ufficio di asilo dove persone provenienti da tutto il mondo dormono all’aperto e gli agenti dell’immigrazione sono bruschi e oberati di lavoro”, riporta Pop. Kaware afferma inoltre che gli autobus per il confine per arrivare in Polonia erano solo per ucraini o famiglie miste.
Da Bruxelles, Kaware ragiona: “Pensavo sarebbe stato meglio in Belgio che in Polonia, ma ora mi pento di aver chiesto asilo qui”.

3. Invasione Russa in Ucraina, quali garanzie per la comunità LGBTQ+?

“Le preoccupazioni legate all’invasione russa e la loro possibile occupazione a tempo indefinito dell’Ucraina hanno destato una fortissima inquietudine nella comunità, spingendo organizzazioni di tutta Europa a creare dei passaggi sicuri per riuscire ad evacuare le persone dall’Ucraina”. Su MeltingPot un approfondimento sulla situazione delle persone appartenenti alla comunità LGBTQ+ tra propaganda, diritto di fuga e forme di resistenza in Ucraina.

Quali garanzie per la comunità #LGBTQ+ a seguito dell’invasione russa dell’ #Ucraina ?

Un approfondimento della situazione delle persone 🌈 tra propaganda, diritto di fuga e forme di resistenza#UcrainaRussia
di Redazione, fotografie di @MrsZampina
🏳️‍🌈https://t.co/8QqE4jIw63 pic.twitter.com/uUXwxA0lBi

— Melting Pot Europa (@MeltingPotEU) April 7, 2022

4. Ancora violenze dalle autorità greche: migranti usati per fare il “lavoro sporco”

“Usare i migranti per fare il lavoro sporco della Grecia”, è quanto emerge, di nuovo, dal report “Their faces were covered” curato dalla Ong Human Rights Watch e pubblicato all’inizio di aprile 2022.

Come racconta Duccio Facchini su Altreconomia, “le autorità greche picchiano, derubano e denudano i richiedenti asilo afghani e di altre nazionalità, inclusi bambini, appena prima di respingerli illegalmente verso la Turchia. E nella fase finale dei pushback usano come “ausiliari” altri migranti coperti da passamontagna cui sarebbe stata promessa in cambio una sorta di “lasciapassare”.

Nella vicenda avrebbe un ruolo attivo anche l’Agenzia europea Frontex.

5. Ancora un naufragio nel Mediterraneo centrale

Un altro naufragio nel Mediterraneo centrale, lo denuncia la nave di soccorso Sea Watch 3 che ha tratto in salvo 34 persone. Le stesse persone salvate hanno riferito all’equipaggio che sul barcone erano in 53 e che molti compagni di viaggio e familiari sono annegati nella traversata.

🔴 5 soccorsi in 24 ore.

Ieri l'equipaggio di #SeaWatch3 è stato testimone di una tragedia nel Mediterraneo centrale.

Dopo aver ricevuto un Mayday, siamo arrivati in sulla scena di un naufragio, un gommone stava affondando e decine di persone erano in acqua. (1/4) pic.twitter.com/KZguookjsZ

— Sea-Watch Italy (@SeaWatchItaly) April 10, 2022

Nella giornata di domenica, intanto, due nuovi sbarchi hanno portato a Lampedusa oltre 100 migranti. Nell’arco di 24 ore, con 12 diversi barchini, sono arrivate sull’isola 510 persone e l’hotspot di Lampedusa ha visto aumentare i suoi ospiti, in meno di 48 ore, da 2 a 831 persone.

6. Migranti bloccati nella neve salvati nel torinese

Sono stati messi in salvo dai tecnici del soccorso Alpino sei migranti che erano rimasti bloccati nella neve nella zona di Capanna Martino, sulle montagne di Cesana Torinese. A lanciare l’allarme erano stati gli stessi migranti – racconta La Stampa – “partiti ieri sera da Claviere per raggiungere la Francia. Disorientati dal forte vento che da ieri sferza la valle, hanno trascorso la notte in mezzo alla neve, nei pressi del Lago Nero”.

Tre di loro, in stato di ipotermia, sono stati trasportati all’ospedale di Susa.

 

Foto copertina via Twitter/Sea Watch Italy.

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