1. Oltre 2 mila persone sbarcate a Lampedusa
Oltre duemila persone sono sbarcate in maniera autonoma nel week end sull’isola di Lampedusa. Tutti i nuovi arrivati, sono stati trasferiti nell’hotspot dell’Isola che risulta fortemente sovraffollato.
Altri circa 20 sbarcati a #Lampedusa da rimorchiatore #Asso30 recuperati al largo Libia. Alcuni sono feriti. Senza dispositivi di soccorso i #migranti rischiano la traversata da soli approdando tutti nel porto più vicino #Lampedusa . pic.twitter.com/871i6RiGSc
— angela caponnetto (@AngiKappa) May 11, 2021
“Nel frattempo – riporta Tommaso Coluzzi su Fanpage – Alarm Phone segnala cinque barche in difficoltà nella zona Sar maltese, senza ricevere risposta, e la Guardia costiera libica annuncia di aver riportato indietro quasi trecento migranti e di averli consegnati all’anti-immigrazione clandestina”.
2. Le reazioni politiche
Con l’aumento degli sbarchi, riparte il tormentone porti chiusi.
“È necessario un incontro col presidente Draghi, con milioni di italiani in difficoltà non possiamo pensare a migliaia di clandestini”, ha commentato il leader della Lega, Matteo Salvini. “L’immigrazione clandestina va fermata. Vanno fermati gli scafisti e le Ong immigrazioniste che speculano sulle tragedie. Come Fratelli d’Italia continuiamo a chiedere al ministro Lamorgese un immediato blocco navale”, gli fa eco Giorgia Meloni.
Mentre il sindaco di Lampedusa liquida la faccenda: “irresponsabile ricominciare a fomentare odio sociale mettendo ‘gli italiani contro i migranti”.
Di tutt’altro avviso il leader del Pd Letta che chiede che “la missione militare europea di fronte alle acque libiche per lo stop al commercio delle armi sia trasformata in una missione che consenta di gestire il salvataggio in mare”.
Siamo tutti sulla stessa barca e siamo chiamati a impegnarci perché non ci siano più muri che ci separano, non ci siano più gli altri, ma solo un noi, grande come l’intera umanità. https://t.co/fsQLf89h9m
— Papa Francesco (@Pontifex_it) May 6, 2021
Intanto domenica c’è stato un incontro tra la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese e il presidente del Consiglio Mario Draghi per la creazione di una cabina di regia che possa gestire la situazione.
3. Nuovi naufragi, un parziale elenco della tragedia in corso
Il fine settimana appena trascorso si porta dietro una lunga scia di morte e sofferenza per i migranti in mare.
Safa Msehli, portavoce dell’Oim, riferisce che domenica “almeno cinque persone, tra cui un bambino, sono annegate quando la loro barca si è capovolta, mentre i sopravvissuti sono stati portati a riva dai pescatori”.
L’Alto commissariato per i rifugiati dell’Onu parla di “42 sopravvissuti a un naufragio” che “sono appena stati riportati a Tripoli dalla Guardia costiera libica. L’Unhcr e la Croce rossa stanno curando i sopravvissuti che soffrono di ustioni in diverse parti del corpo”.
Lunedì, un altro naufragio di migranti al largo della Libia ha causato almeno una vittima, mentre altre 23 persone risultano disperse presumibilmente annegate, mentre Alarm Phone lancia l’allarme per altre 75 persone a bordo di un gommone di cui si sono perse le tracce.
Mentre sulla rotta tra Libia e Lampedusa, si contano almeno 700 respingimenti verso la Libia
‼️ More than 700 migrants were intercepted yesterday off #Libya by the coast guard.
At least five people, among them one child, drowned when their boat capsized, while survivors were brought to shore by fishermen. pic.twitter.com/2j1Pd78mSo
— Safa Msehli (@msehlisafa) May 10, 2021
4. Cosa sta accadendo nel Mediterraneo Centrale?
“Quanto accaduto nelle ultime 48 ore nel Mediterraneo centrale è la rappresentazione perfetta di un mare sguarnito da un sistema di soccorso: partenze comunque numerose, arrivi autonomi concentrati su Lampedusa, intercettazioni davanti alla Libia e ancora morti. Tra domenica e lunedì in più di 3mila hanno lasciato le coste libiche e tunisine”, l’analisi di Giansandro Merli su Il Manifesto.
Ancora molte e disperate richieste di soccorso nel #Mediterraneo. Serve un sistema, non si può ignorare cosa sta accadendo da troppo tempo. pic.twitter.com/ErsvAKZFS8
— Carlotta Sami (@CarlottaSami) May 9, 2021
Ma come funziona il sistema di soccorso nel Mediterraneo centrale, chi presidia la tratta e in che modo sono cambiate le regole per le missioni italiane ed europee che si sono avvicendate negli ultimi anni? Maria Serena Natale lo spiega in questo video per CorriereTv.
Perché non ripartire da quanto di buono già fatto e prendere a modello la missione Mare Nostrum? Simone Cosimi su Wired.
5. Intanto si torna a parlare di solidarietà europea e di “distribuire i migranti”
“Serve un meccanismo europeo di solidarietà per l’estate, con i paesi che ci stanno: su base volontaria”. Luciana Lamorgese chiama la commissaria europea agli Affari Interni Ylva Johansson. “La situazione sta sfuggendo di mano – spiega Angela Mauro sull’Huffington Post – perché la bella stagione aumenta gli arrivi sulle coste meridionali e una gestione europea degli sbarchi non si materializza. Allora, siccome dall’epoca del piano Juncker sulle ‘relocations’ nel 2015 si è capito che un meccanismo obbligatorio di redistribuzione tra gli Stati europei non si concretizzerà mai, la ministra degli Interni chiede a Johansson per mettere in piedi almeno un meccanismo su base volontaria per gestire gli arrivi dei prossimi mesi, che già si annunciano critici. Il piano conta sulla disponibilità della Spagna, Francia, Portogallo, i paesi che in questi anni hanno dato una mano, riferiscono fonti di governo. Ma molto probabilmente stavolta Roma non potrà contare su Berlino: in Germania ci sono le elezioni il 26 settembre e il tema immigrazione resta sensibile.”
6. I respingimenti illegali di migranti da parte degli Stati UE sono costati la vita a 2000 persone
In una delle più grandi espulsioni di massa degli ultimi decenni, i paesi europei, supportati dall’agenzia di frontiera dell’UE Frontex, hanno sistematicamente respinto migliaia di rifugiati non fermandosi davanti a nessuno, inclusi profughi di guerra e minori. E lo hanno fatto utilizzando tattiche illegali che vanno dalle aggressioni alle violenze durante la detenzione o il trasporto.
More than 2,000 #migrants arrive on Italian island in 24h. At east 5 people died in an incident off #Libya’s coast. Among them, a newborn baby. My latest for @guardian #migration #asylumseekers #refugees #Lampedusa #Italy #Europe #EU #sea https://t.co/Pzz40CVgZw
— Lorenzo Tondo (@lorenzo_tondo) May 10, 2021
Lo rivela il Guardian che ha analizzato i rapporti rilasciati dalle agenzie delle Nazioni Unite, combinandoli con un database di incidenti raccolti da organizzazioni non governative. Secondo le ong, dall’inizio dell’emergenza Covid-19, l’intensità e la brutalità delle pratiche di respingimento sarebbe addirittura cresciuta. Un approfondimento di Lorenzo Tondo.
7. Le condizioni dei migranti sulle isole greche toccano un nuovo picco di disumanità
In un campo profughi sull’isola greca di Chios, la scorsa settimana, un giovane rifugiato somalo è morto nella tenda in cui viveva da solo. Quando le autorità sono arrivate sulla scena, circa 12 ore dopo la morte dell’uomo, il corpo era circondato da roditori.Si pensa che il giovane, aveva 28 anni, sia morto per cause naturali. In una breve dichiarazione, il ministero greco dell’immigrazione ha escluso che si tratti di un delitto.
Immagine di copertina via Twitter/Safa Msehli