1. La Grecia si blinda contro i rifugiati afgani
Mentre le persone afgane tentano di fuggire, la Grecia completa la costruzione di un muro, dotato di sistemi di sorveglianza, sul confine con la Turchia lungo 40 chilometri.
A poco sono serviti i solleciti alla solidarietà e all’accoglienza della Commissione Europea.
I due ministri Nikos Panayotopoulos per la Difesa e Michalis Chrysochoidis per l’Ordine Pubblico, compiaciuti della buona riuscita dell’edificazione del muro, hanno sottolineato l’importanza della “difesa delle frontiere” della Grecia per contrastare i flussi migratori dall’Afghanistan.
E mentre anche la Turchia, baluardo del contrasto all’immigrazione verso l’Europa, decide di blindarsi a sua volta rafforzando la frontiera sul confine con l’Iran per contrastare nuove migrazioni dall’Afghanistan, Salvatore Fachile per il Manifesto spiega l’importanza di garantire la libertà di movimento per i cittadini e le cittadine afghane.
2. La Slovenia nega i corridoi umanitari per l’Afghanistan
Il primo ministro sloveno Janez Janša, che detiene anche la presidenza semestrale all’Unione Europea, ha affermato che l’Europa non è tenuta ad aprire corridoi umanitari per i migranti afgani.
Janša sostiene che l’aiuto deve essere offerto solamente a chi ha collaborato con le missioni Nato. Il presidente del Parlamento Ue David Sassoli ha replicato dicendo che Janša non può prendere decisioni per tutta l’Europa.
It is not up to the Slovenian Presidency to say what the position of the EU is on the humanitarian crisis in Afghanistan.
We invite PM Janša to discuss with the EU institutions what the next steps should be but it’s clear we need to show solidarity. https://t.co/sK15X3Q2fZ
— David Sassoli (@EP_President) August 22, 2021
L’Ue continua a non trovare un accordo comune sulla condivisione delle responsabilità sulle migrazioni: non solo la chiusura sistematica delle frontiere continua a essere la norma, ma non vi è alcun piano di emergenza per la salvaguardia dei diritti dei rifugiati afgani.
3. Migranti bloccati sul confine polacco
Ancora notizie di migranti bloccati sul confine tra Bielorussia e Polonia: qui uomini, donne e bambini – molti di nazionalità afgana – vengono sistematicamente bloccati e respinti. La Polonia, infatti, impedisce loro di avviare le procedure per la richiesta di asilo – nonostante, ricordiamolo, sia un diritto previsto dalle norme vincolanti dell’Unione Europea (Art. 18 Carta dei Diritti Fondamentali dell’Ue).
Here's the scene. The attorneys with a megaphone urging the Polish Border Guard (green helmets) for international protection of the Afghans, while the Belarusian side (black helmets) do not allow them to go back. A stalemate.
Photo: TVN24. https://t.co/VgPn4eaDNw pic.twitter.com/f76arnhcby
— Rule of Law in Poland (@RULEOFLAWpl) August 20, 2021
Proprio in questi giorni, il Ministro della Difesa polacco Mariusz Blaszczak ha annunciato la costruzione di una barriera per impedire l’arrivo di nuovi flussi migratori dalla Bielorussia. Polonia, Lettonia e Lituania, infatti, accusano la Bielorussia di utilizzare le persone migranti per fare pressione sui confini dei Paesi Ue, in risposta alle sanzioni contro il governo di Aljaksandr Lukashenko.
4. La nave Geo Barents trova un porto sicuro. 322 migranti sbarcano ad Augusta
Dopo diversi giorni di stallo in mare, alla nave Geo Barents è stato assegnato un porto sicuro ad Augusta per lo sbarco di 322 persone.
#BREAKING: The #GeoBarents was just assigned Augusta (Sicily) as a place of safety to disembark 322 rescued people. Several days of waiting started to take a toll on people's mental and physical conditions. We are glad to be able to disembark soon to a place of safety. pic.twitter.com/DiWXLWCVuk
— MSF Sea (@MSF_Sea) August 22, 2021
This afternoon, 322 rescued people started disembarking from the #GeoBarents in the port of Augusta (Sicily) after undergoing mandatory COVID-19 testing by Italian health authorities. Families and minors, including unaccompanied ones, were the first to leave the ship. pic.twitter.com/PDXRMkskKH
— MSF Sea (@MSF_Sea) August 23, 2021
A bordo sono presenti 95 minori di cui 82 non accompagnati.
5. Naufragio al largo della Libia
Ancora un nuovo naufragio al largo della Libia: 16 persone risultano disperse davanti alle coste di Zuwara, mentre altre 48 persone sono sopravvissute.
⚫ Secondo @MissingMigrants un nuovo #naufragio si è verificato vicino alle coste della #Libia: almeno 16 persone, tra cui una donna e un bambino, sono scomparse; 48 i superstiti recuperati al largo di #Zuara.
Di fronte all'ennesima tragedia urgono #corridoiumanitari https://t.co/m0WUnWFYZ9
— Mediterranea Saving Humans (@RescueMed) August 23, 2021
Inoltre, tra la notte del 23 e del 24 agosto, spiega l’Unhcr, la cosiddetta Guardia costiera libica ha riportato circa 279 persone alla base navale di Tripoli e al porto della raffineria di petrolio di Azzawiya.
🚨Between last night and today, 279 individuals were returned to the Tripoli Naval Base (95) and Azzawiya Oil Refinery Port (184) following three disembarkations. One body was recovered and 14 were reported missing during the operation in Azzawiya (45 km east of Tripoli). pic.twitter.com/gnUrazboMs
— UNHCR Libya (@UNHCRLibya) August 23, 2021
6. Nuovo rapporto OIM sulle migrazioni: l’88% delle persone che arrivano in Libia si sposta per motivi economici
L’OIM (Organizzazione Internazionale per le Migrazioni) ha pubblicato un un nuovo rapporto sulle migrazioni.
According to the latest DTM Migrant Report, 88% of migrants reported economic reasons as the primary motive behind their migration to Libya.
👉Read Round 37 Migrant Report: https://t.co/OE5txc8vlM#AfricaTrustFund #EU pic.twitter.com/xauTdyA38A
— IOM Libya (@IOM_Libya) August 22, 2021
Tra maggio e giugno 2021 sono stati analizzati i casi di 597,611 migranti di 40 nazionalità diverse, le principali sono Niger, Chad, Egitto, Sudan, Nigeria. Tra le motivazioni che spingono le persone a spostarsi e ad arrivare in Libia, per l’88% delle persone intervistate ci sono problemi di tipo economico come un alto tasso di disoccupazione, salari troppo bassi nel proprio paese di origine e la scarsità di opportunità nel proprio paese di origine.
Foto copertina via Twitter.