1. A Trapani 800 persone soccorse da Sea Eye 4
Sono terminate nelle scorse ore le operazioni di sbarco degli 847 migranti salvati in mare dalla nave Sea Eye 4 che è giunta nel porto di Trapani.
A bordo anche 170 minori, tra cui diversi bambini e 53 donne di cui 2 in gravidanza. La maggior parte di loro, terminate le operazioni di identificazione e i primi controlli sanitari, è stata fatta salire su due navi quarantena già in porto.
“Circa la metà dei migranti – ricorda Ferruccio Pinotti sul Corriere della Sera – era stata tratta in salvo da un’imbarcazione di legno il 4 novembre mentre altri erano stati salvati durante altre operazioni di Search and Rescue. «Sea Eye 4» era stata rifiutata da Malta, che pure fa parte dell’Ue, pur trovandosi l’imbarcazione originaria in acque maltesi.
Negli stessi giorni un’altra «charity ship», la «Ocean Viking», con 308 migranti a bordo, è stata posta in attesa di assegnazione di un porto vicino a Lampedusa.
2. Cambiamenti climatici: 30 milioni di persone costrette a migrare nel 2020
“Lo scorso anno in totale sono state 30 milioni, di cui un terzo bambini, le persone costrette a migrare a causa della crisi climatica, un numero tre volte maggiore rispetto alle persone sfollate a causa di conflitti e violenze, e il numero di migranti climatici è destinato ad aumentare nei prossimi anni.” È la stima di Save the Children contenuta nel rapporto “Nell’occhio del ciclone – La crisi climatica e le migrazioni dei minori”.
Nel rapporto sono stati esaminate oltre 420 ricerche che analizzano le migrazioni e gli spostamenti dei minori in relazione all’emergenza climatica, consultati 125 esperti e intervistati 239 bambini provenienti da 5 paesi dei 5 continenti (Iraq, Fiji, Mali, Mozambico e Perù). I bambini intervistati da Save the Children hanno affermato che la crisi climatica sta avendo un impatto devastante sulle loro vite e che loro stessi e i loro conoscenti sono stati costretti a spostarsi sempre più spesso dalle aree rurali a quelle urbane, talvolta da soli.
3. Migrazione e xenofobia: la lezione delle Canarie
Il numero di richiedenti asilo e di migranti che attraversano la rotta atlantica verso le isole Canarie spagnole, una delle rotte più pericolose al mondo, con ogni probabilità aumenterà anche quest’anno, come fa dal 2006.
Dopo le tensioni dello scorso anno, alcuni miglioramenti al sistema di accoglienza hanno in gran parte evitato il senso di crisi e l’aumento della xenofobia e dei crimini d’odio che hanno travolto l’arcipelago nei mesi scorsi.
Nuove strutture di accoglienza con maggiore capacità sono state aperte a marzo, mentre una sentenza del tribunale ad aprile ha costretto il governo a permettere ad alcuni richiedenti asilo di viaggiare verso la terraferma. Ora, le persone vengono periodicamente trasferite sulla terraferma spagnola per evitare il sovraffollamento, il governo locale ha implementato migliori protocolli sanitari per gestire gli arrivi e mitigare la minaccia del COVID-19 e l’economia ha iniziato a recuperare.
Se tutto ciò ha contribuito a migliorare la situazione e a ridurre le tensioni, organizzazioni come Amnesty e CEAR avvertono che esistono ancora problemi di fondo. Amalie Klitgaard lo racconta su “The new humanitarian”.
4. Nuovo rapporto del Der Spiegel: respingimenti brutali sulle frontiere esterne dell’Ue
Mesi di segnalazioni hanno rivelato la brutalità e la violenza che l’UE sta dispiegando alle sue frontiere esterne per respingere i migranti. Quei pochi rifugiati che ce la fanno denunciano percosse, molestie e umiliazione.
I giornalisti di Der Spiegel si sono recati più volte ai confini dell’UE, parlando con dozzine di richiedenti asilo e ricostruendo i loro viaggi. Tra le persone intervistate vi è Mohammed, un bambino siriano di 12 anni che, una volta catturato dalla polizia di frontiera greca, ha dovuto spogliarsi – sottolineando che chi non eseguiva gli ordini, veniva sistematicamente picchiato. Insieme ad altri richiedenti asilo, è stato riportato oltre il fiume Maritsa, dalla parte turca, senza che gli fosse concessa la possibilità di formalizzare la richiesta di asilo.
Mohammed non è il solo, sono tante le testimonianze delle persone migranti sistematicamente e violentemente respinte, dalla Polonia alla Libia.
Violence towards asylum seekers has become a systemic element of EU migration policy. Now, there are even calls to legalize those practices. Our long-read — based on months of reporting — reveals state of play in Greece, Libya, Brussels. @SPIEGEL_English https://t.co/ZFfdA6gpDD
— Steffen Lüdke (@stluedke) November 3, 2021
5. Una lettera pubblica contro la collaborazione tra il Politecnico di Torino e Frontex
Michele Lancione (professore di Geografia Politico-Economia al Dipartimento interateneo di Scienze, Progetto e Politiche del Territorio, DIST) in un recente articolo su Altreconomia aveva rotto il silenzio interno al Politecnico e si era dissociato dall’accordo dell’ateneo con Frontex – che prevede un coinvolgimento del DIST nella creazione di cartografie e ulteriore supporto tecnico.
“Alla base del suo dissenso” si legge su Il Manifesto “c’è l’assoluta incompatibilità tra la vocazione critica, etica e pubblica del servizio che chi lavora in accademia e i dipartimenti universitari dovrebbero offrire alla società e l’operato di Frontex”. L’agenzia per il controllo delle frontiere marittime e terrestri, infatti, è stata più volte denunciata per le violazioni dei diritti umani nei confronti dei migranti.
Nel frattempo l’associazione LasciateCIEntrare ha lanciato un appello e una campagna firme invitando “le Università e i centri di ricerca italiani ed europei a non legittimare l’apparato violento, repressivo, espulsivo e razzializzante dell’Unione Europea”.
6. Ancora tensioni sul confine Bielorusso-Polacco: migranti utilizzati come arma geopolitica
Centinaia di migranti provenienti dalla Bielorussia si sono riversati sulla frontiera polacca.
𝗖𝗼𝗻𝗳𝗶𝗻𝗲 𝘁𝗿𝗮 #𝗣𝗼𝗹𝗼𝗻𝗶𝗮 𝗲 #𝗕𝗶𝗲𝗹𝗼𝗿𝘂𝘀𝘀𝗶𝗮: 𝗺𝗶𝗴𝗹𝗶𝗮𝗶𝗮 𝗶𝗻 𝗺𝗮𝗿𝗰𝗶𝗮 𝘃𝗲𝗿𝘀𝗼 𝗹’𝗘𝘂𝗿𝗼𝗽𝗮
«Volevamo mostrare al mondo che questa è un’enorme crisi umanitaria. Siamo caduti nella trappola dei politici»di Redazione
👉 https://t.co/5cVQjVfYVz pic.twitter.com/1XZVGEjNsT— Melting Pot Europa (@MeltingPotEU) November 9, 2021
In quella che è stata definita una ”guerra ibrida” tra la Bielorussia di Lukashenko e l’Unione Europea, le persone migranti sono coloro che pagano il prezzo più alto, respinte sia dall’una che dall’altra. In questo caso, le autorità bielorusse hanno spinto più di mille migranti davanti alla frontiera polacca. La Polonia, negli ultimi tempi ha respinto sistematicamente queste persone, senza permettere loro di presentare domanda di asilo, violando, di fatto, sia il diritto internazionale che quello Ue.
Thousands of migrants were massing near the Belarus border, Polish authorities said, as European Union member states called for more sanctions against Minsk https://t.co/ekmq0uC5NH pic.twitter.com/HEAINQP4Qj
— Reuters (@Reuters) November 9, 2021
Mentre la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ha affermato di voler sanzionare ulteriormente la Bielorussia, le condizioni sulla frontiera continuano a peggiorare, tra persone migranti trovate morte e le violenze della polizia polacca.
7. Dopo quaranta giorni di protesta, i migranti in Libia continuano a non essere ascoltati
Da quaranta giorni persone migranti e rifugiate protestano davanti alla sede dell’Unhcr Libya per ottenere protezione e per poter essere evacuate.
Almost 40 days marching towards an unknown fate? Libyan authorities @Lyobserver and @UNHCRLibya what plans do you have for these refugees whom you do not guarantee their safety once they are back to in the society? #EvacuateRefugeesFromLibya @Refugees @hrw @JFCrisp @saracreta pic.twitter.com/EmsnabrGxv
— Refugees In Libya (@RefugeesinLibya) November 8, 2021
Di tutta risposta, alcuni manifestanti sono stati recentemente picchiati e strattonati dalle autorità libiche. Nonostante i ripetuti tentativi di reprimere le proteste, le persone migranti continuano a protestare per le condizioni di vita e contro il silenzio dell’Unione Europea.
Foto copertina via Unite 4 Rescue/Twitter.