Quando è iniziata l’avventura di Open Migration, abbiamo pensato che potesse essere utile inserire un quiz sul tema dei rifugiati (al quale poi ha fatto seguito anche uno sull’islam) per almeno un paio di ragioni. Innanzitutto perché ci avrebbe fatto toccare con mano quanto trattare un tema complesso come le migrazioni attraverso dati e informazioni certificate avrebbe potuto “soffrire” con l’inevitabile semplificazione di un quiz. E poi ci avrebbe permesso un rapido “carotaggio” – chiamiamolo così – rispetto ai temi da trattare nel futuro e al taglio da dare.
A meno di due mesi di distanza dal lancio del quiz, possiamo dire che l’esperimento ha funzionato anche oltre le aspettative. La formula che abbiamo adottato delle domande che non servono solo per scoprire ciò che non conosciamo ma anche per offrire risposte circostanziate e fonti di riferimento ha riscosso un successo inatteso tanto che abbiamo pensato fosse bene condividere anche con voi i risultati.
Una premessa d’obbligo. Un quiz come il nostro non ha un valore statistico. Il campione dei partecipanti non è scelto secondo criteri scientifici ma è, come si dice nella scienza statistica, un “campione autoselezionato”. Vale a dire che chi ha risposto non fa parte di un campione selezionato con metodi scientifici ma lo ha fatto per sua libera scelta. Per un verso dunque è vero che dai risultati non si possono inferire tendenze generali, ma d’altro canto noi siamo convinti che nella filigrana delle risposte se ne possano trarre alcune indicazioni generali sulla conoscenza diffusa di un fenomeno importantissimo come la crisi del 2015.
Partiamo dai dati generali. In cinquanta giorni hanno partecipato e completato il nostro quiz più di 1500 lettori di Open Migration. Un numero considerevole e che ha risposto in maniera corretta al 50% delle domande (per la precisione: 50,07% corrette e 49.93% sbagliate).
Interessante che le prime due domande (numero totale arrivi e numero dei morti in mare), cioè le informazioni base sul fenomeno, abbiano un successo inferiore alla media (45% e 33% rispettivamente).
La domanda con il più alto tasso di risposte corrette (84,2%) è la numero 10 quella sulla religione più diffusa tra i cittadini stranieri in Italia. Al secondo posto quella che chiede se è possibile distinguere tra “rifugiati” e cosiddetti “migranti economici” sulla base del paese di provenienza (74,7% le risposte giuste). Dato sorprendente e confortante – non è banale riconoscere cosa renda un profugo un rifugiato e non un migrante o viceversa – che però si spiega anche con le minori alternative suggerite tra le risposte.
Più di mille hanno risposto correttamente alla domanda su un tema caldo come il Regolamento di Dublino. Un numero che corrisponde a circa il 70%.
La domanda più ostica? Quella sulla provenienza dei migranti arrivati in Italia nel 2015. Di fronte alle alternative (eritrei, siriani, nigeriani e libici) solo il 24% ha individuato la nazionalità corretta (gli eritrei, che sono di gran lunga la comunità più ampia arrivata nel nostro paese lo scorso anno. Per la precisione, è importante sottolineare che si tratta di arrivi e non di richieste d’asilo.
Una seconda domanda rivelatasi difficile è quella che chiede quale sia il numero delle richieste d’asilo presentate in Italia nel 2015 (solo il 25% ha risposto correttamente). Come deve aver sorpreso molti il fatto che il numero di sbarchi in Italia è rimasto pressoché invariato tra il 2014 e il 2015, malgrado l’estate e l’autunno con decine di migliaia di arrivi e una grande esposizione mediatica (a questa domanda circa un terzo ha dato la risposta giusta).
“Qual è la percentuale di musulmani presenti in Italia?”. Interessante notare come il 50% di coloro che hanno risposto ritenga che gli stranieri di religione islamica siano più di quanti realmente sono, ovvero circa il 2,7% rispetto alla popolazione.