Giovedì 4 marzo, Fabrice Leggeri è intervenuto nuovamente al Parlamento Europeo. Il direttore esecutivo dell’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera, Frontex, è stato convocato per il primo incontro del neonato gruppo di lavoro per lo scrutinio di Frontex (FSWG). La sessione non ha riservato sorprese o colpi di scena, ma ha confermato la crescente pressione nei confronti dell’agenzia che si occupa dei confini esterni dell’Ue.
Il gruppo di lavoro, composto da 14 eurodeputati, è stato istituito dopo le rivelazioni giornalistiche sul ruolo di Frontex nei respingimenti nel mar Egeo. Per farlo, il FSWG avrà quattro mesi di tempo, al termine dei quali la verde olandese Tineke Strik dovrà stendere un rapporto con conclusioni e raccomandazioni. Secondo la parlamentare, “ci sono stati gravi errori” e quindi sarà “cruciale esaminare non solo le presunte violazioni dei diritti umani, ma anche la struttura interna dell’agenzia”.
Una crescita problematica
Da quando, lo scorso ottobre, Bellingcat e altre testate hanno pubblicato le loro inchieste sui respingimenti, per Leggeri i problemi si sono susseguiti senza sosta. E molte ombre si sono addensate su un’agenzia che è nel pieno di una marcata crescita in termini di risorse, staff e responsabilità. Prima, sono continuati i problemi nel reclutare il personale, in particolare modo i Fundamental Rights Officer, nuovi funzionari per monitorare il rispetto dei diritti umani. Poi, l’OLAF, l’Ufficio europeo per la lotta antifrode, ha aperto un’inchiesta per presunte irregolarità nella gestione dell’agenzia. Quindi, è arrivata la denuncia del Corporate European Observatory per la mancanza di trasparenza nei rapporti con i lobbisti delle aziende di armamenti e sorveglianza.
Il 28 gennaio, inoltre, Frontex ha sospeso le sue operazioni in Ungheria. A dicembre, Budapest era stata condannata dalla Corte di Giustizia dell’UE per il respingimento illegale dei migranti in arrivo dalla Serbia e l’agenzia ha spiegato la decisione dicendo di volersi assicurare le sue attività fossero “pienamente in linea con le leggi dell’UE”. L’episodio è una prima volta, e potrebbe rivelarsi un precedente. “L’articolo 46 del regolamento che istituisce l’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera prevede l’obbligo per il direttore esecutivo di sospendere, interrompere o non avviare le attività in caso di violazioni dei diritti fondamentali o degli obblighi di protezione internazionale”, spiega l’eurodeputato Pietro Bartolo, ieri medico a Lampedusa e oggi membro della Commissione LIBE per il gruppo S&D.
Sei episodi non chiari
Il punto è cruciale. In Ungheria, la corte UE ha reso evidente l’incompatibilità tra la presenza di Frontex e le politiche di Orban. Ma cosa succede in altri contesti? Per esempio, in Grecia, dove le prove dei respingimenti sono sempre più solide, ma l’agenzia continua ad operare? Il gruppo parlamentare di cui è relatrice Tineke Strik potrebbe indagare anche questi aspetti. “È chiaro – ribadisce l’eurodeputata – che sono stati commessi errori al più alto livello di Frontex. Fino a quando queste accuse non saranno esaminate, credibilità e integrità dell’agenzia non saranno ripristinate”. La stessa Frontex, sui respingimenti nell’Egeo, ha avviato un’inchiesta interna. De Spiegel ne ha anticipato il rapporto finale, che non assolverebbe completamente l’agenzia. Nonostante Leggeri nel corso dell’audizione al Parlamento abbia dichiarato, come già fatto più volte, che “non ci sono state violazioni dei diritti fondamentali”, per alcuni dei 13 episodi contestati non sarebbe possibile ricostruire l’accaduto.
Nel video le nuove divise del personale di Frontex. Si tratta della la prima divisa di un corpo dell’Unione Europea.
A contare, quindi, saranno soprattutto questioni di politica e di politiche. Le posizioni al Parlamento Europeo sono molto distanti. Semplificando, da un lato, gruppi come S&D, Renew Europe, Verdi e The Left criticano Leggeri. Da quello opposto, con varie sfumature, popolari, conservatori e sovranisti difendono l’Agenzia e il suo ruolo, soprattutto per fermare l’immigrazione irregolare. Difficile quindi che il gruppo di lavoro per lo scrutinio di Frontex, per quanto svolga un compito utile, giunga a conclusioni radicali o chieda le dimissioni del direttore esecutivo. Lo stesso sembra valere in Commissione. L’affare Frontex pare contrapporre i due commissari che si occupano di migrazione: la socialista svedese Ylva Johansson agli Affari interni e il popolare greco Margaritis Schinas, vicepresidente per la promozione dello stile di vita europeo. La prima incalza Leggeri, il secondo lo difende, ma con un peso politico decisamente maggiore.
Bisogna poi considerare che il direttore esecutivo risponde al Consiglio di amministrazione di Frontex, che è composto da due membri della Commissione e dai rappresentanti delle autorità di frontiera dei 26 paesi dell’area Schengen. Anche in questo caso, difficile pensare che le capitali si mettano contro l’agenzia. Secondo Lena Karamanidou, infatti, “Frontex è, insieme agli stati membri, un attore essenziale nell’attuare la politica migratoria dell’UE, una politica che dà la priorità a controlli di frontiera estesi e violenti per impedire alle persone di raggiungere l’Europa”.
Trasparenza e responsabilità
Karamanidou è ricercatrice alla Glasgow Caledonian University ed è coautrice di un rapporto su Frontex e diritti fondamentali. “Leggeri – riprende – potrebbe essere costretto a dimettersi qualora l’indagine dell’OLAF trovasse delle prove. Tuttavia, questo non risolverebbe nulla. I problemi di Frontex sono strutturali e hanno a che fare con il suo statuto di agenzia e con un quadro di responsabilità inadeguato in relazione alla sua espansione”. Si ritorna alla crescita di Frontex che, entro il 2027, disporrà di un corpo di frontiera permanente di 10mila unità e che, per i prossimi sette anni, potrà contare su 11,3 miliardi di budget. Nel 2015 erano 145 milioni, nel 2006 19.
Proprio in tema di bilanci, qualcosa si muove al Parlamento Europeo. La Commissione LIBE ha proposto di aspettare la fine delle inchieste in corso per approvare il modo in cui Frontex ha attuato il bilancio 2019. L’iniziativa non toglierebbe fondi all’agenzia, ma le metterebbe ulteriore pressione. Secondo il deputato Bartolo, contribuirebbe a mandare un messaggio: “l’aumento delle competenze e del bilancio di Frontex deve andare di pari passo ad un aumento della responsabilità e della trasparenza”.
In copertina: Fabrice Leggeri, direttore esecutivo di Frontex al Parlamento UE di Bruxelles durante il primo incontro del gruppo di lavoro per lo scrutinio di Frontex – © European Union 2021 – EP