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Homepage >> Quiz >> Quiz: Scopri cosa sai (e non sai) dell’accoglienza in Italia

Quiz: Scopri cosa sai (e non sai) dell’accoglienza in Italia

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11 gennaio 2017
Chi ha diritto ad avere protezione internazionale in Italia, e cosa significa esattamente? E ancora: Cas, Cara, Sprar, qual è la differenza? Come funziona in pratica l’accoglienza nel nostro paese e quanto ci costa?
Ecco 10 domande per mettere alla prova le tue conoscenze sull’accoglienza in Italia.
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Ecco 10 domande per mettere alla prova le tue conoscenze sull’accoglienza in Italia.

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  1. Domanda 1 di 10
    1. Domanda

    Quanti tipi di protezione esistono in Italia?

    Corretto

    In Italia esistono tre tipi di protezione; status di rifugiato secondo la Convenzione di Ginevra del 1951, titolo che spetta a chi temendo a ragione di essere perseguitato per motivi di razza, religione, nazionalità, appartenenza ad un determinato gruppo sociale o per le sue opinioni politiche, si trova fuori del Paese di cui è cittadino e non può o non vuole, a causa di questo timore, avvalersi della protezione di questo Paese; protezione sussidiaria, chi si ritiene che rischi di subire un danno grave (condanna a morte, tortura, minaccia alla vita in caso di guerra interna o internazionale) nel caso di rientro nel proprio Paese; e protezione per motivi umanitari, in situazioni di particolari vulnerabilità (es. famiglie, donne incinta). Scappare da disastri ambientali non è ancora considerato un buon motivo per avere protezione internazionale.

    Fonte: Convenzione di Ginevra 1951 (qui il nostro approfondimento sui rifugiati ambientali).

    Non corretto

    In Italia esistono tre tipi di protezione; status di rifugiato secondo la Convenzione di Ginevra del 1951, titolo che spetta a chi temendo a ragione di essere perseguitato per motivi di razza, religione, nazionalità, appartenenza ad un determinato gruppo sociale o per le sue opinioni politiche, si trova fuori del Paese di cui è cittadino e non può o non vuole, a causa di questo timore, avvalersi della protezione di questo Paese; protezione sussidiaria, chi si ritiene che rischi di subire un danno grave (condanna a morte, tortura, minaccia alla vita in caso di guerra interna o internazionale) nel caso di rientro nel proprio Paese; e protezione per motivi umanitari, in situazioni di particolari vulnerabilità (es. famiglie, donne incinta). Scappare da disastri ambientali non è ancora considerato un buon motivo per avere protezione internazionale.

    Fonte: Convenzione di Ginevra 1951 (qui il nostro approfondimento sui rifugiati ambientali).

  2. Domanda 2 di 10
    2. Domanda

    Nel 2015 in Italia sono state presentate 83.970 richieste d’asilo. Quante sono le Commissioni territoriali, cioè gli organi deputati al riconoscimento della protezione internazionale?

    Corretto

    Le Commissioni Territoriali per l’esame delle istanze dei richiedenti asilo sono state complessivamente raddoppiate dal 2014 al 2015 sul territorio nazionale, passando da 20 a 40, per dare una forte accelerazione nell’istruttoria e nelle decisioni. In ogni caso, nel 2015, su 83.970 richieste d’asilo ne sono state esaminate 71.117.

    Fonte: Rapporto sull’accoglienza di migranti e rifugiati in Italia; Ministero dell’interno.

    Non corretto

    Le Commissioni Territoriali per l’esame delle istanze dei richiedenti asilo sono state complessivamente raddoppiate dal 2014 al 2015 sul territorio nazionale, passando da 20 a 40, per dare una forte accelerazione nell’istruttoria e nelle decisioni. In ogni caso, nel 2015, su 83.970 richieste d’asilo ne sono state esaminate 71.117.

    Fonte: Rapporto sull’accoglienza di migranti e rifugiati in Italia; Ministero dell’interno.

  3. Domanda 3 di 10
    3. Domanda

    Date 71.117 richieste esaminate nel 2015, quante hanno avuto esito positivo; cioè, in quanti casi è stato riconosciuto un tipo di protezione internazionale?

    Corretto

    Nel 2015 in Italia 29.548 persone hanno ricevuto qualche tipo di protezione (5% status di rifugiato, 14% protezione sussidiaria, 22% protezione umanitaria); invece 41.503 persone (il 58%) hanno ricevuto un diniego.
    Si registra un graduale aumento dei dinieghi, cosa che genera un consequenziale aumento dei ricorsi, traducendo il tutto in un aggravio degli uffici giudiziari (in quanto il ricorso è effettuato nei tribunali ordinari) e dei costi relativi al sistema accoglienza (che continua ad ospitare i ricorrenti fino alla decisione sul ricorso).

    Fonti: Rapporto sull’accoglienza di migranti e rifugiati in Italia; Ministero dell’interno.

    Non corretto

    Nel 2015 in Italia 29.548 persone hanno ricevuto qualche tipo di protezione (5% status di rifugiato, 14% protezione sussidiaria, 22% protezione umanitaria); invece 41.503 persone (il 58%) hanno ricevuto un diniego.
    Si registra un graduale aumento dei dinieghi, cosa che genera un consequenziale aumento dei ricorsi, traducendo il tutto in un aggravio degli uffici giudiziari (in quanto il ricorso è effettuato nei tribunali ordinari) e dei costi relativi al sistema accoglienza (che continua ad ospitare i ricorrenti fino alla decisione sul ricorso).

    Fonti: Rapporto sull’accoglienza di migranti e rifugiati in Italia; Ministero dell’interno.

  4. Domanda 4 di 10
    4. Domanda

    Che cosa indica la sigla Sprar?

    Corretto

    “Il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (SPRAR) è costituito dalla rete degli enti locali che, con il supporto delle realtà del terzo settore, garantiscono interventi di “accoglienza integrata” che superano la sola distribuzione di vitto e alloggio, prevedendo in modo complementare anche misure di informazione, accompagnamento, assistenza e orientamento, attraverso la costruzione di percorsi individuali di inserimento socio-economico”. I centri di accoglienza all’interno della rete Sprar costituiscono la seconda fase dell’accoglienza in Italia, in cui dovrebbero essere inserite le persone che hanno ottenuto uno status di protezione.

    Fonte: http://www.sprar.it (qui il nostro approfondimento).

    Non corretto

    “Il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (SPRAR) è costituito dalla rete degli enti locali che, con il supporto delle realtà del terzo settore, garantiscono interventi di “accoglienza integrata” che superano la sola distribuzione di vitto e alloggio, prevedendo in modo complementare anche misure di informazione, accompagnamento, assistenza e orientamento, attraverso la costruzione di percorsi individuali di inserimento socio-economico”. I centri di accoglienza all’interno della rete Sprar costituiscono la seconda fase dell’accoglienza in Italia, in cui dovrebbero essere inserite le persone che hanno ottenuto uno status di protezione.

    Fonte: http://www.sprar.it (qui il nostro approfondimento).

  5. Domanda 5 di 10
    5. Domanda

    Qual è la regione che accoglie il maggior numero di richiedenti asilo all’interno della rete SPRAR?

    Corretto

    il Lazio detiene il record assoluto di presenze (quasi 5.000 posti – di cui metà a Roma – rappresentanti il 22% del totale nazionale), seguito a stretto giro dalla Sicilia (dove gli accolti rappresentano il 20% del totale nazionale). La Sicilia è inoltre la regione che accoglie il più alto numero di minori non accompagnati (quasi 500).
    Le uniche altre regioni ad avere un tasso di presenze superiore al 6% sono Sicilia e Calabria. La Lombardia (con il suo 5%) è la prima tra le regioni settentrionali, mentre Sardegna e Trentino Alto Adige (rispettivamente allo 0,5% e 0,6%) occupano gli ultimi posti della classifica. In Valle d’Aosta non sono invece attivi progetti SPRAR.

    Fonte: Atlante SPRAR (qui il nostro approfondimento).

    Non corretto

    il Lazio detiene il record assoluto di presenze (quasi 5.000 posti – di cui metà a Roma – rappresentanti il 22% del totale nazionale), seguito a stretto giro dalla Sicilia (dove gli accolti rappresentano il 20% del totale nazionale). La Sicilia è inoltre la regione che accoglie il più alto numero di minori non accompagnati (quasi 500).
    Le uniche altre regioni ad avere un tasso di presenze superiore al 6% sono Sicilia e Calabria. La Lombardia (con il suo 5%) è la prima tra le regioni settentrionali, mentre Sardegna e Trentino Alto Adige (rispettivamente allo 0,5% e 0,6%) occupano gli ultimi posti della classifica. In Valle d’Aosta non sono invece attivi progetti SPRAR.

    Fonte: Atlante SPRAR (qui il nostro approfondimento).

  6. Domanda 6 di 10
    6. Domanda

    In percentuale, quanti dei richiedenti asilo in Italia sono accolti nella rete Sprar?

    Corretto

    Sul totale degli immigrati presenti nei centri di accoglienza al 10 ottobre 2015, il 21% (21.814) è all’interno della rete Sprar, il 7% (7.290) è inserito nei CARA, il 72% (70.918) è sistemato nelle strutture temporanee (strutture ricettive pubbliche e private). Inoltre, 464 persone sono nei CIE.
    Questo evidentemente, comporta una serie di problematiche nella gestione operativa, essendo la gran parte di persone ospitate da strutture gestite in maniera emergenziale.

    Fonte: Rapporto sull’accoglienza di migranti e rifugiati in Italia; Ministero dell’interno.

    Non corretto

    Sul totale degli immigrati presenti nei centri di accoglienza al 10 ottobre 2015, il 21% (21.814) è all’interno della rete Sprar, il 7% (7.290) è inserito nei CARA, il 72% (70.918) è sistemato nelle strutture temporanee (strutture ricettive pubbliche e private). Inoltre, 464 persone sono nei CIE.
    Questo evidentemente, comporta una serie di problematiche nella gestione operativa, essendo la gran parte di persone ospitate da strutture gestite in maniera emergenziale.

    Fonte: Rapporto sull’accoglienza di migranti e rifugiati in Italia; Ministero dell’interno.

  7. Domanda 7 di 10
    7. Domanda

    Che cos’è un CAS?

    Corretto

    Oltre alle strutture ordinarie di prima e seconda accoglienza, si prevede la possibilità di allestire strutture temporanee (CAS) per far fronte ad arrivi consistenti e ravvicinati di richiedenti che possono esaurire le disponibilità ordinarie. Tali strutture sono individuate dalle prefetture, secondo le procedure di affidamento dei contratti pubblici, sentito l’ente locale nel cui territorio la struttura è situata.

    Fonte: Rapporto sull’accoglienza di migranti e rifugiati in Italia; Ministero dell’interno.

    Non corretto

    Oltre alle strutture ordinarie di prima e seconda accoglienza, si prevede la possibilità di allestire strutture temporanee (CAS) per far fronte ad arrivi consistenti e ravvicinati di richiedenti che possono esaurire le disponibilità ordinarie. Tali strutture sono individuate dalle prefetture, secondo le procedure di affidamento dei contratti pubblici, sentito l’ente locale nel cui territorio la struttura è situata.

    Fonte: Rapporto sull’accoglienza di migranti e rifugiati in Italia; Ministero dell’interno.

  8. Domanda 8 di 10
    8. Domanda

    Qual è la regione che presenta più strutture temporanee (CAS) sul proprio territorio?

    Corretto

    La Lombardia presenta 554 strutture temporanee sul suo territorio (18%), seguita dalla Toscana con 416 strutture (13%) e dall’Emilia Romagna, che ne conta 376 (12%).
    Lazio e Sicilia hanno rispettivamente 113 (4%) e 105 (3%) strutture temporanee sul territorio. Agli ultimi posti troviamo la Basilicata, con 17 centri (1%), e la Valle d’Aosta, che ne ha 13.
    Oltre 70.000 richiedenti asilo – il 72% del totale delle presenze – sono distribuiti nei CAS; nonostante questo, non esiste neppure un elenco pubblico di tali strutture straordinarie, della loro ubicazione e di chi le gestisce.
    Inoltre, molte organizzazioni lamentano la mancanza di trasparenza su affidamenti e gestioni, sui finanziamenti, sul rispetto degli standard di erogazione dei servizi previsti da convenzioni e capitolati d’appalto.

    Fonte: Rapporto sull’accoglienza di migranti e rifugiati in Italia; Ministero dell’interno; inCAStrati (qui l’approfondimento).

    Non corretto

    La Lombardia presenta 554 strutture temporanee sul suo territorio (18%), seguita dalla Toscana con 416 strutture (13%) e dall’Emilia Romagna, che ne conta 376 (12%).
    Lazio e Sicilia hanno rispettivamente 113 (4%) e 105 (3%) strutture temporanee sul territorio. Agli ultimi posti troviamo la Basilicata, con 17 centri (1%), e la Valle d’Aosta, che ne ha 13.
    Oltre 70.000 richiedenti asilo – il 72% del totale delle presenze – sono distribuiti nei CAS; nonostante questo, non esiste neppure un elenco pubblico di tali strutture straordinarie, della loro ubicazione e di chi le gestisce.
    Inoltre, molte organizzazioni lamentano la mancanza di trasparenza su affidamenti e gestioni, sui finanziamenti, sul rispetto degli standard di erogazione dei servizi previsti da convenzioni e capitolati d’appalto.

    Fonte: Rapporto sull’accoglienza di migranti e rifugiati in Italia; Ministero dell’interno; inCAStrati (qui l’approfondimento).

  9. Domanda 9 di 10
    9. Domanda

    Quanto spende il Ministero dell’Interno per fronteggiare i costi complessivi dell’accoglienza del 2015 in relazione alla spesa pubblica nazionale complessiva?

    Corretto

    Per fronteggiare i costi complessivi dell’accoglienza del 2015 il Ministero dell’Interno ha stimato in 918,5 milioni le spese relative alle strutture governative (CARA,CDA, CPSA) e temporanee, e in 242,5 milioni le spese relative ai centri SPRAR, per un totale quindi di 1.162 milioni.Il costo per la gestione dell’accoglienza viene in gran parte riversato sul territorio sotto forma di stipendi ad operatori, affitti e consumi e, in ogni caso, rappresenta una piccolissima percentuale, quantificabile nello 0,14%, della spesa pubblica nazionale complessiva.

    Fonte: Rapporto sull’accoglienza di migranti e rifugiati in Italia; Ministero dell’interno.

    Non corretto

    Per fronteggiare i costi complessivi dell’accoglienza del 2015 il Ministero dell’Interno ha stimato in 918,5 milioni le spese relative alle strutture governative (CARA,CDA, CPSA) e temporanee, e in 242,5 milioni le spese relative ai centri SPRAR, per un totale quindi di 1.162 milioni.Il costo per la gestione dell’accoglienza viene in gran parte riversato sul territorio sotto forma di stipendi ad operatori, affitti e consumi e, in ogni caso, rappresenta una piccolissima percentuale, quantificabile nello 0,14%, della spesa pubblica nazionale complessiva.

    Fonte: Rapporto sull’accoglienza di migranti e rifugiati in Italia; Ministero dell’interno.

  10. Domanda 10 di 10
    10. Domanda

    Il Ministero dell’Interno stanzia 35 euro al giorno per ogni richiedente asilo. Quanti di questi riceve direttamente il richiedente asilo?

    Corretto

    I 35 euro giornalieri stanziati per ogni richiedente asilo vengono utilizzati per: servizi di ingresso (identificazione), servizi di pulizia personale e dell’ambiente, erogazione di pasti, fornitura di beni di prima necessità (lenzuola, vestiti ecc.), servizi di mediazione linguistica e culturale. Talvolta alcuni centri prevedono anche servizi di assistenza sociale e legale alla persona.
    Ai richiedenti protezione internazionale spetta il solo pocket money, ovvero 2,50 euro al giorno, fino al un massimo di 7,50 euro a nucleo familiare, e una singola ricarica telefonica di 15 euro all’arrivo.

    Fonte: Ministero dell’interno (qui il nostro approfondimento).

    Non corretto

    I 35 euro giornalieri stanziati per ogni richiedente asilo vengono utilizzati per: servizi di ingresso (identificazione), servizi di pulizia personale e dell’ambiente, erogazione di pasti, fornitura di beni di prima necessità (lenzuola, vestiti ecc.), servizi di mediazione linguistica e culturale. Talvolta alcuni centri prevedono anche servizi di assistenza sociale e legale alla persona.
    Ai richiedenti protezione internazionale spetta il solo pocket money, ovvero 2,50 euro al giorno, fino al un massimo di 7,50 euro a nucleo familiare, e una singola ricarica telefonica di 15 euro all’arrivo.

    Fonte: Ministero dell’interno (qui il nostro approfondimento).

Etichettato con:accoglienza, Cara, Cas, diritto d'asilo, protezione internazionale, rifugiati, SPRAR

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