**Aggiornamento: A quasi un mese esatto dal sequestro nel porto di Pozzallo, ieri è arrivata la notizia che la nave Open Arms potrà di nuovo navigare, perché il Gip di Ragusa ne ha ordinato il dissequestro. La motivazione è di straordinaria importanza: “La Libia non è ancora in grado di riaccogliere i migranti soccorsi in mare nel rispetto dei loro diritti fondamentali”. Dunque, se il 15 marzo scorso, la nave si rifiutò di consegnare ad una motovedetta libica le persone salvate e disobbedì agli ordini della Guardia costiera italiana fu perché stava agendo “in stato di necessità”.
1. Un dossier sulle violazioni di Lampedusa, ma l’hotspot resta in funzione
Il 13 marzo scorso il Ministero dell’Interno annunciava la chiusura dell’hotspot di Lampedusa anche a seguito delle pesante denunce mosse da Cild, Asgi e Indiewach. Ora quelle denunce sono raccolte in un dossier – presentato alla stampa il 10 aprile scorso – in cui con testimonianze, interviste e fotografie viene documentato il trattamento disumano riservato agli ospiti della struttura alla base anche di cinque ricorsi d’urgenza alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.
Le testimonianze contenute nel dossier sono state riprese largamente dalla stampa: Infomigrants parla di violenza contro i migranti, per Avvenire a Lampedusa sono stati violati i diritti umani, mentre per Redattore Sociale la “struttura resta inadeguata”.
Nonostante le denunce delle associazioni e lo stato di terribile fatiscenza della struttura, l’hotspot continua ad essere utilizzato, come denuncia Fanpage.
Meglio non va ai migranti trasferiti in altre strutture come nei Centri di Permanenza per il Rimpatrio, dove il diritto alla difesa è stato in più occasioni violato.
Una delegazione della Campagna LasciateCIEntrare è riuscita a visitare quello di Palazzo San Gervasio in provincia di Potenza dove ha riscontrato, ancora una volta, ripetute violazioni dei diritti e violenze ingiustificate.
2. Per il Cpt serve un approccio europeo sui migranti
Lo scorso 10 aprile, il Comitato europeo per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti (CPT) ha pubblicato un rapporto sulla visita ad hoc condotta in Italia per esaminare la situazione dei cittadini stranieri privati della propria libertà negli “hotspot” e nelle strutture di detenzione amministrative per migranti.
La visita della delegazione, avvenuta nel giugno del 2017, fotografa la situazione di allora e “promuove” l’Italia per i salvataggi e l’accoglienza, ma sottolinea anche come l’hotspot di Lampedusa non possa servire per lunghe permanenze.
Il Cpt inoltre raccomanda “un approccio europeo coordinato e un sistema di sostegno per affrontare il fenomeno dell’arrivo in massa di migranti”.
3. Nuove critiche sull’accordo Italia-Libia
Passate le elezioni, l’accordo dell’Italia con la Libia per fermare i migranti continua a sollevare forti critiche e preoccupazioni. L’Unhcr ha pubblicato un duro rapporto sugli abusi che subiscono i migranti nel paese nordafricano (qui il rapporto integrale).
A criticare l’accordo senza mezzi termini è anche il presidente del Centro Astalli – ramo italiano del Servizio dei gesuiti per i rifugiati – padre Camillo Ripamonti: “l’accordo con la Libia è una sconfitta per tutta Europa”
4. Parlamentari europei insistono per evacuare più persone dalla Libia
Una delegazione di parlamentari europei ha chiesto che l’Europa faccia di più per evacuare verso altri paesi i migranti trattenuti in Libia nei centri di detenzione.
Intanto in Niger potrebbero nascere i primi veri centri esternalizzati per processare direttamente le richieste di asilo dirette alla Francia.
5. Di nuovo tensione sulla frontiera italo-francese
L’8 aprile un gruppo formato da decine di migranti e dai volontari che stanno cercando di assisterli ha occupato la stazione ferroviaria di Briançon, in Francia, dopo che il locale centro solidale “Tout migrants” aveva raggiunto il massimo della capienza. Pochi giorni dopo, il 10 aprile, la polizia francese è intervenuta per sgomberare l’occupazione.
Intanto il Guardian racconta delle sette associazioni italiane che hanno accusato la polizia francese di frontiera di falsificare le date di nascita dei minori soli non accompagnati per poterli rispedire a Ventimiglia, in Italia, dove erano invece stati identificati come minorenni. Qui nel dettaglio la denuncia delle associazioni.
6. Contrabbandieri di uomini su Facebook
I trafficanti di persone usano sempre di più i social media per i loro affari. L’European Migrant Smuggling Center – la branca dell’Europol che contrasta la tratta dei migranti – è arrivata a definire Facebook “la piattaforma preferita dai trafficanti”. Che rapporto c’è fra la visibilità delle proposte su Facebook dei contrabbandieri di uomini e gli utenti che cercano sui social media un modo per mettersi in viaggio? Come dovrebbero rispondere aziende come Facebook a questa tendenza? Tuesday Reitano prova a darci delle risposte su Refugee Deeply.
7. Migranti senza casa
È stato pubblicato il nuovo rapporto del Centro Astalli sull’accoglienza in Italia. Dal report risulta che sta crescendo, in particolare a Roma, il numero di migranti che non avendo casa sono costretti a vivere per strada. La rete Sprar infatti riesce a coprire soltanto il 15 per cento dei posti necessari.
Eleonora Camilli e Giacomo Zandonini per Open Migration, erano stati in uno degli insediamenti più grandi, un’ex fabbrica di penicillina alle porte di Roma.
8. Continua la saga del vero o falso scafista
Da tempo vi stiamo raccontando la vicenda dell’uomo eritreo detenuto e sotto processo in Italia perché accusato di essere lo scafista Mered, responsabile del naufragio del 3 ottobre 2013. Questi sembra in realtà circolare liberamente fra Europa, Africa e paesi del Golfo: l’ultimo avvistamento è in Uganda.
9. Cittadinanza e istruzione in Italia
Le valutazioni Eurostat sulle persone che hanno ottenuto la cittadinanza europea fino al 2016 sono molto interessanti anche per quello che riguarda l’Italia, il paese che più degli altri ne ha concesse di nuove.
Intanto sulla Voce una riflessione, numeri alla mano, sugli studenti non italiani presenti: gli stranieri iscritti ad una scuola superiore sono soltanto il 6,8 per cento del totale.
10. Un risarcimento per la famiglia di Cheikh Diouf
Il Tribunale civile di Roma ha in parte accolto la richiesta dei legali dei familiari di Cheikh Diouf, un uomo senegalese di 42 anni che venne ucciso nove anni fa a Civitavecchia.
Bonus: La scorsa settimana Open Migration ha partecipato al Festival del Giornalismo di Perugia con tre appuntamenti, uno su come usare dati e fact checking per affrontare il tema della migrazione a scuola, un altro nel quale sono stati presentati i risultati di una ricerca realizzata insieme a More in Common e Social Change Initiative su come raggiungere gli elettori moderati preoccupati per l’immigrazione, e l’ultimo su rotte finanziarie e rotte migratorie.
Foto di copertina dal dossier di Asgi, Cild e Indie Watch