*Aggiornamento: il premier spagnolo Sanchez ha annunciato che il suo paese accoglierà i migranti dell’Aquarius per ragioni umanitarie: “Vogliamo evitare altri morti nel Mediterraneo”
1. Il ministro dell’Interno Salvini chiude i porti italiani e sfida Malta ad accogliere 629 persone a bordo di Aquarius, soccorse da Marina e Guardia costiera italiane
I porti italiani resteranno chiusi. Lo dice il Ministro degli Interni Salvini che ieri – mentre molti comuni erano alle prese con il voto locale – ha annunciato che per la nave Aquarius, in navigazione con 629 naufraghi provenienti dal Nordafrica tra cui 123 minori, il porto più sicuro è quello di Malta e Roma non offrirà alternative.
Le autorità maltesi hanno rifiutato e il premier Muscat accusa l’Italia: “Il governo italiano non rispetta le regole e crea una situazione pericolosa”. Anche l’ambasciatrice di Malta in Italia Vanessa Frazier, raggiunta al telefono da The Post Internazionale, fa sapere che è “assolutamente escluso che i migranti debbano essere sbarcati a Malta”. E così, in attesa di nuove disposizioni e mentre i viveri iniziano a scarseggiare, la nave carica di migranti resta ferma a 35 miglia dalla Sicilia.
La presa di posizione di Salvini e la conseguente chiusura dei porti italiani, come spiega Marta Serafini sul Corriere della Sera citando la guida Cild al soccorso in mare, oltre a violare norme internazionali sui diritti umani e sulla protezione dei rifugiati, mina alcune tra le più fondamentali consuetudini della solidarietà in mare: l’individuazione del luogo sicuro spetta alla SAR che coordina la singola azione di salvataggio, salvo che ci si trovi nelle acque territoriali, dove resta la competenza esclusiva dello Stato costiero. Non sempre il luogo sicuro è lo stato costiero più vicino al luogo ove avvengono le operazioni di soccorso.
Mentre proseguiva lo stallo sulla nave Aquarius, poco dopo le 15, è arrivata dalla Spagna la notizia che il Premier Sanchez ha dato indicazioni per accogliere i 629 migranti soccorsi: “Abbiamo l’obbligo di aiutare ad evitare una catastrofe e di offrire un porto sicuro a queste persone“. L’imbarcazione dovrebbe dirigersi verso il porto di Valencia.
Il rimpallo sui migranti soccorsi dalla nave Aquarius arriva al termine di una settimana di forti proclami: “Basta immigrati a spasso, i Centri saranno chiusi”, “La Sicilia non sarà più il campo profughi d’europa”, “taglieremo i costi del business dell’immigrazione”: insomma, il cambio di veste e il nuovo ruolo istituzionale non sembrano scalfire la retorica di Salvini, che nelle prime uscite pubbliche da Ministro degli Interni aveva promesso anche più espulsioni e Cie in ogni regione per contenere “l’immigrazione clandestina”.
Misure che appaiono quantomeno eccessive se, come fa Avvenire, si analizzano i numeri degli arrivi: gli sbarchi sono in calo da 11 mesi e rispetto allo stesso periodo del 2017 sono diminuiti del 78 per cento. Misure inoltre già portate avanti (con risultati modesti) da altri governi, e costose non solo dal punto di vista dei diritti umani, ma anche in termini economici. E che, come spiega Annalisa Camilli per Internazionale, sono impraticabili.
2. Porti chiusi: le prime reazioni alla decisione del governo
La chiusura dei porti italiani alla nave Aquarius è subito stata ripresa dalla stampa estera: dalla Spagna El Pais (che ha alcuni giornalisti a bordo) racconta l’empasse della nave di soccorso, La Vanguardia invece riporta le dichiarazioni della Ministra della Difesa Margarita Robles per cui la priorità da seguire resta sempre quella di salvare vite umane. Anche Afp e Bbc danno ampio spazio alla ricostruzione della vicenda, mentre il Guardian racconta della decisione del Sindaco di Palermo di accogliere i 629 dell’Aquarius, decisione che nel frattempo è stata presa anche dai sindaci di Napoli, Messina e Barcellona.
Grazie sindaco. Anche Barcellona è pronta per salvare vite. Gli stati europei devono organizzarsi per accogliere o altrimenti sarà tutta l’Europa a naufragare https://t.co/PRCuOEMO8z
— Ada Colau (@AdaColau) June 10, 2018
Pronte le reazioni di Unhcr e Oim, mentre dall’Italia la presa di posizione più dura arriva dallo scrittore Roberto Saviano, che dalle pagine dell’Espresso avverte: “Razzisti, non vi daremo tregua”.
3. Accuse alla nave Open Arms archiviate, mentre Sea Watch 3 vagava di nuovo per giorni senza porto con centinaia di persone a bordo
Prima del caso di Aquarius di domenica, la nave di soccorso Sea Watch 3, affiancata da Seafuchs e colta dal mare grosso, ha trasportato 232 migranti disidratati per 80 ore perché il comando di Roma ha chiesto a Malta di poterli sbarcare lì e Malta, come fa da sempre, ha rifiutato. Soltanto nella serata di giovedì scorso, Sea Watch 3 ha ricevuto il supporto dei mezzi della Guardia costiera italiana. Soltanto venerdì ha ricevuto l’assegnazione di un porto sicuro, Reggio Calabria, per sabato mattina. All’arrivo il capitano è stato interrogato per quattro ore (qui il comunicato di Sea Watch) e ai giornalisti a bordo è stato richiesto di consegnare i video girati a bordo, pena il sequestro degli stessi.
Una mancata richiesta di sbarco a Malta (che come abbiamo raccontato, non accetta mai sbarchi di migranti soccorsi se non in casi individuali di emergenza medica) era una delle basi per l’inchiesta che ha visto coinvolta la nave dell’Ong spagnola ProActiva Open Arms. L’inchiesta sul sequestro della nave – anche se la stampa nazionale non lo ha raccontato – il 7 giugno è stata ufficialmente archiviata.
Intanto il ministro dell’Interno tunisino è stato licenziato dal primo ministro, probabilmente a causa del naufragio della settimana scorsa in cui hanno perso la vita almeno 68 persone, con decine di dispersi.
4. Salta l’accordo per la riforma del Regolamento di Dublino
Anche se la principale promotrice della riforma del regolamento di Dublino, Elly Schlein, è stata ottimista fino all’ultimo, l’accordo fra i paesi europei è saltato, e come scrive Il Post, non è una buona notizia. Complice del fallimento di un lungo lavoro europeo anche l’Italia, benché la riforma le convenisse perché avrebbe impedito ai migranti di restare bloccati nei paesi di primo arrivo – in gran parte proprio Italia e Grecia. Qui vi avevamo raccontato nel dettaglio cosa comportasse la proposta di riforma.
Intanto, il Segretario per l’asilo e la migrazione del Belgio, Theo Francken, ha detto che per respingere i migranti bisogna aggirare l’articolo 3 della Convenzione europea sui diritti umani – quello che vieta la tortura. A chi lo ha criticato, Francken ha risposto accusando la Ue di ipocrisia.
E persino nel molto lodato nuovo governo Sanchez in Spagna si nega che nei Cie vengano violati diritti fondamentali.
5. Arrivano le sanzioni Onu contro i trafficanti di persone in Libia
L’avevamo annunciata qui ed è stata approvata all’unanimità: la lista nera dell’Onu dei trafficanti di esseri umani in Libia proposta dall’Olanda, che individua per la prima volta singoli trafficanti da colpire con sanzioni, bloccando i loro conti correnti. Si tratta di due eritrei e quattro libici; uno di costoro, Abd al Rahman al Milad, dirige un’unità della Guardia costiera libica, a cui l’Italia ha delegato i respingimenti in mare per riportarli verso le condizioni insostenibili dei campi di detenzione. La sua inclusione nella lista conferma le collusioni criminali della Guardia costiera libica che vi stiamo raccontando da molti mesi.
6. Soumaila Sacko e i nuovi schiavi: viaggio nelle tendopoli d’Italia
La vita di sfruttamento e stenti contro cui lottava Soumaila Sacko è purtroppo simile a quella di tanti altri lavoratori stagionali costretti a vivere nelle tante improvvisate tendopoli d’Italia. Come a Rosarno, dove sono almeno 2500 i braccianti costretti a vivere in condizioni disumane e a misurarsi con un razzismo quotidiano fatto di pestaggi e umiliazioni. A Gioia Tauro intanto, i compagni di Soumalia scendono in sciopero per protestare contro le condizioni di vita e di lavoro, e per chiedere giustizia per il sindacalista ucciso. Ma il capolarato non colpisce soltanto il Sud Italia: dalla Puglia al Piemonte, Avvenire ha mappato l’Italia della nuova schiavitù. Ma, nel clima sempre più arroventato di questi giorni, a Pescolanciano in provincia di Isernia è stato dato alle fiamme uno stabile destinato a fare da centro di accoglienza temporaneo.
7. Cinque miti da sfatare sulla “crisi migratoria” in Europa
Il quotidiano britannico Guardian, che ha seguito da vicino la crisi migratoria nel Mediterraneo e sulla rotta balcanica nel 2014 e 2015, ha stilato una lista di cinque miti da sfatare sulle questioni legate all’immigrazione in Europa.
8. Come la generazione Windrush ha influenzato la cultura musicale britannica
The Specials, Ashley Beedle, Roni Size, Carl Cox: molti degli artisti che hanno contribuito a rendere la scena musicale britannica tra le più innovative ed apprezzate del mondo sono figli della “Generazione Windrush”. Nei giorni in cui scoppiava lo scandalo costato le dimissioni al Ministro degli Interni Amber Rudd, Dj Mag ha intervistato alcuni tra i musicisti britannici di punta, facendosi raccontare la loro infanzia e i loro inizi. Quello che ne viene fuori è uno spaccato imperdibile su cultura musica e razzismo.
9. I boschi di montagna tra Italia e Francia continuano a restituire corpi di migranti
Come temevano le comunità solidali sulle Alpi, lo scioglimento delle nevi continua a restituire corpi di giovani migranti che si erano perduti nei boschi di montagna quest’inverno nel tentativo di raggiungere la Francia.
10. Un nuovo rapporto mette in luce i vantaggi per le aziende militari dell’esternalizzazione delle frontiere
Il Transnational Institute ha pubblicato un nuovo rapporto che mette in luce i vantaggi economici che le nuove politiche europee di esternalizzazione delle frontiere portano a produttori di armi e società che forniscono rilevazioni biometriche. Sara Prestianni ne ha scritto per noi questa settimana.
Foto di copertina via Facebook/Sos Mediterranée