1. Gli arrivi dalla Libia che Minniti non riesce a bloccare
Che cosa sta succedendo in Libia? Ad agosto sembrava che i flussi migratori fossero stati quasi del tutto bloccati, ma tra il 16 e il 18 settembre sono arrivate in Italia oltre 2 mila persone. Lorenzo Bagnoli fa il punto su cosa sta succedendo nel paese africano, spiegando perché il piano Minniti non è affatto risolutivo come vorrebbero farci credere. Da accompagnare al reportage di Francesca Mannocchi.
2. Perché è importante contare i morti in mare
Intanto una delle conseguenze delle politiche italiane ed europee nel Mediterraneo è che in mare muoiono sempre più migranti. È di solo qualche giorno fa la notizia dell’ennesimo naufragio, al largo di Sabratha: l’imbarcazione è rimasta alla deriva per una settimana senza ricevere soccorsi e infine è affondata; sono un centinaio i dispersi. Sul New York Times Declan Walsh e Jason Horowitz si interrogano sui costi delle strategie deflattive dell’Italia, mentre sul Post Luca Misculin spiega com’è difficile contare i morti in mare.
Da accompagnare al recente rapporto IOM sulla necessità di migliorare la raccolta dati sui migranti morti nel viaggio e al nostro approfondimento sui veri perché e le conseguenze del blocco delle partenze dalla Libia.
3. I pericoli della rotta del Mar Nero
Desta preoccupazioni l’aumento dei migranti che tentano la via romena con la traversata del Mar Nero (definita come dieci volte più pericolosa di quella del Mediterraneo): il punto di Ance Teodorescu e Mihala Rodina per AFP ed Euractiv, il reportage di Kit Gillet per il Guardian e l’aggiornamento di Al Jazeera sul recente naufragio in cui hanno perso la vita decine di persone.
4. Meno arrivi, più morti – anche in Messico
Si riducono (e fino a un certo punto) i flussi migratori, aumentano i morti di confine. Sta succedendo adesso nel Mediterraneo, succede da tempo in Messico: l’approfondimento di Pro Publica su come le politiche di chiusura statunitensi spingono i migranti a tentare rotte sempre più pericolose.
5. Il limbo dei richiedenti asilo in Europa
Dei 2,2 milioni di persone che hanno richiesto asilo in Europa nel 2015 e 2016, più della metà sta ancora aspettando una risposta. Il recente rapporto del Pew Research Center fotografa attraverso i dati il limbo dei richiedenti asilo in Europa.
6. La dichiarazione di New York sui rifugiati, un anno dopo
È passato un anno dal summit delle Nazioni Unite dedicato alla questione della “crisi dei rifugiati” e dall’adozione della dichiarazione di New York sui rifugiati. Che progressi sono stati fatti in questi dodici mesi per implementare un piano di azione che offra risposte adeguate al fenomeno delle migrazioni? Il punto di Jeff Crisp per Refugees Deeply.
7. Cosa c’è dietro la pulizia etnica dei Rohingya
In Birmania sta avendo luogo una drammatica pulizia etnica. L’odio verso la minoranza Rohingya ha radici profonde e lontane, ma l’hate-speech diffuso da media e social media negli ultimi anni ha giocato un ruolo importante, spiega Alan Davis su Refugees Deeply.
Da accompagnare al punto di Michael H. Fuchs per Foreign Policy e a quello di Tim Hume su Vice News, nonché alle testimonianze raccolte da Peter Bouckaert di Human Rights Watch.
8. Perché dobbiamo parlare (anche) dei rifugiati della Corea del Nord
In questi giorni – soprattutto a seguito del primo discorso di Trump alle Nazioni Unite – si è fatto un gran parlare di Corea del Nord. Ma se è alta l’attenzione della comunità internazionale sulla minaccia dei test nucleari da Pyongyang, si parla invece poco di una situazione altrettanto preoccupante: Phil Robertson di Human Rights Watch racconta su Refugees Deeply il dramma dei rifugiati coreani – a rischio di rimpatrio forzato (e, quindi, di morte) – in Cina.
9. Cittadinanza in vendita per i milionari cinesi
A proposito di Cina. A tentare di fuggire dal paese non sono solo gli “ordinari” richiedenti asilo (che arrivano sempre più spesso anche in Italia): l’approfondimento di Tian Fangmeng per Migration Policy esplora il fenomeno poco conosciuto dell’immigrazione, a pagamento, dei milionari cinesi in America.
10. Ricostruirsi una vita dopo la Siria
Storie di donne siriane che hanno perso tutto – anche mariti e figli – e provano con grande fatica a costruirsi una nuova vita in Giordania. Il racconto di Sarah Aziza su The Intercept, da accompagnare alla rilettura del nostro reportage di Sara Manisera sulle donne siriane in Kurdistan.
Bonus: Le storie dietro una linea
Storie di migranti in viaggio verso l’Italia – raccontate attraverso una visualizzazione dati interattiva: è “Stories behind a line” di Federica Fragapane con Alex Piacentini, un bel progetto di data-journalism umano che vale la pena esplorare.
Foto di copertina: Rohingya in Birmania – via European Commission DG Echo.