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Homepage >> Web review >> I 10 migliori articoli su rifugiati e immigrazione 35/2016

I 10 migliori articoli su rifugiati e immigrazione 35/2016

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6 settembre 2016
Politiche di frontiere nel mondo: Como, Calais e poi l'Australia. Il dramma dei morti in mare (per i quali servirebbe meno commozione mediatica e più fatti). L'Italia che, tra respingimenti e malaccoglienza, non è proprio un paese per rifugiati.

1. Cronache di confine: come la Svizzera respinge i minori stranieri alla frontiera con l’Italia

Il reportage di Annalisa Camilli per Internazionale ci porta all’ultimo confine caldo della crisi migratoria in Italia: la stazione di Como, dove è sorta una tendopoli che ospita centinaia di profughi in attesa (vana?) di poter attraversare la frontiera. Chi ci prova, però, è destinato a essere immediatamente respinto – minori non accompagnati inclusi.

2. Cronache di confine: i rimpatri “diretti” dall’Italia verso il Sudan sono una pratica illegale

Il 24 agosto lo ricorderemo come il giorno del terremoto che ha devastato il centro Italia, lasciandosi dietro centinaia di vittime e migliaia di sfollati. Quel giorno succedeva però anche un altro fatto grave, e cioé il rimpatrio “diretto” di quarantotto profughi di origine sudanese, deportati direttamente da Ventimiglia verso un paese flagellato dalla guerra e dalle gravissime violazioni dei diritti umani. Una pratica palesemente illegale, e in violazione di alcune delle più fondamentali norme del diritto nazionale e internazionale. L’articolo di Vice News Italia.

3. L’Italia non è un paese per rifugiati

Si parla tanto dei morti in mare (e giustamente, visto che è una emergenza che non accenna a cessare). Ma cosa succede a chi invece ce la fa e presenta domanda di protezione nel nostro paese? L’articolo di approfondimento di Simon McMahon sul sistema di accoglienza in Italia dei rifugiati indaga questa “crisi nascosta”, denunciando l’inadeguatezza delle risposte approntate finora: le prospettive di breve termine non possono bastare per fronteggiare quello che è invece un fenomeno epocale.

4. Un anno dopo Alan Kurdi, i piccoli profughi continuano a morire in mare

A un anno di distanza da quando il mondo intero si è commosso davanti alla foto del piccolo Alan Kurdi (qui una riflessione sul mutamento della narrazione mediatica dei morti in mare), cosa è cambiato?
Purtroppo non molto, spiega l’articolo di Al Jazeera. E delle tante promesse e belle parole resta ormai poco e nulla, scrive Patrick Kingsley sul Guardian.

FOTO: CAFOD Photo Library / Flickr Creative Commons.

FOTO: CAFOD Photo Library / Flickr Creative Commons.

5. Anna Frank oggi è una bambina siriana

Dovremmo imparare dal passato, e invece continuiamo a non farlo: l’op-ed di Nicholas Kristof per il The New York Times ci ricorda che Anna Frank oggi è ogni bambina siriana che non stiamo salvando.

6. Benvenuto a casa: l’accoglienza in famiglia dei rifugiati

L’esperienza di aprire la propria casa a un rifugiato, raccontata nel bel reportage fotografico di CNN.  

7. Le città per i migranti

Una riflessione di Peter Sutherland – Relatore speciale delle Nazioni Unite sulle migrazioni – sul ruolo (importantissimo) di città e municipalità nell’accoglienza dei rifugiati e nella costruzione di vere politiche di integrazione.

8. Lettere da Calais: non sappiamo come uscirne

La situazione nei campi profughi informali francesi è davvero difficile, e a complicare il tutto per i richiedenti asilo che da mesi sono bloccati nel fango di Calais c’è quello della carenza cronica di informazioni. Quale via d’uscita dalla giungla e quali le modalità d’ingresso legali nel Regno Unito? Queste le domande che si pongono insistentemente i profughi, secondo il nuovo studio di Refugee Rights Data Project – abbiamo recentemente approfondito il rapporto sulle condizioni di vita nella giungla di Calais – come commentato dall’Independent.

FOTO: Wikimedia Commons.

FOTO: Calais – Wikimedia Commons.

9. Tanto rumore per nulla? Come gli USA festeggiano il raggiungimento di un obiettivo davvero modesto

Se ne è fatto un gran parlare sulla stampa internazionale: gli Stati Uniti hanno raggiunto, e addirittura in anticipo, il proprio obiettivo annuale in termini di accoglienza di rifugiati siriani. Il che rappresenta senz’altro una buona notizia, ma senza esagerare: bisogna infatti ricordare sempre come il target sia ancora assurdamente basso (si parla di 10.000 rifugiati, cifra che risulta ridicola se comparata ai numeri di paesi come Germania e Canada).
In altre parole? Servirebbero meno parole e maggiore impegno concreto, e a chiederlo sono in tanti. L’articolo di The Intercept.

10. “Arcipelago gulag”, un limbo senza via d’uscita

Dopo l’indignazione mondiale per quanto emerso sul sistema australiano di detenzione “offshore” dei migranti, che ne è dei profughi ristretti nelle isole di Nauru e Manus? L’importante editoriale del New York Times sul drammatico limbo di quanti si trovano nel cosiddetto “arcipelago gulag” – senza nessuna via d’uscita in vista.

 

IMMAGINE DI COPERTINA: UNAMID / Flickr Creative Commons.

Etichettato con:alan kurdi, Arcipelago gulag, Calais, Como, Manus, morti in mare, Nauru, Peter Sutherland, richiedenti asilo, rifugiati, Siria, Sudan

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