1. Dopo 16 giorni ancora in mare 49 migranti
49 migranti salvati dalle navi Sea Watch 3 e Sea Eye sono bloccati dal 22 dicembre nel Mediterraneo in attesa di un porto sicuro dove poter sbarcare.
Sea Watch: i diritti in balìa delle onde
Dopo 14 giorni in mare, i 49 migranti soccorsi da Sea Watch e Sea Eye non hanno ancora un porto. I loro diritti sono in balìa delle onde e dell'indecisione dell'Europa. Ecco i fatti fino a oggi.
Gepostet von Coalizione Italiana Libertà e Diritti civili am Freitag, 4. Januar 2019
La vicenda ha seguito il solito copione: Malta ha deciso di non accogliere i migranti, così come l’Italia. Puntuali sono arrivate le accuse alle Ong e l’incapacità dei paesi europei di farsi carico di 49 persone in difficoltà, compresi donne e bambini molto piccoli.
Nei giorni scorsi alcuni sindaci italiani come De Magistris a Napoli si sono detti disposti ad accogliere, mentre il ministro degli Interni confermava la politica italiana dei porti chiusi.
La situazione, anche a causa delle condizioni climatiche, appare sempre più complicata, e anche il Papa durante il consueto Angelus domenicale ha chiesto di giungere ad una rapida soluzione:
“Da parecchi giorni 49 persone salvate nel Mare Mediterraneo sono a bordo di due navi di Ong in cerca di un porto sicuro dove sbarcare. Rivolgo un accorato appello ai leader europei, perché dimostrino concreta solidarietà nei confronti di queste persone“.
Parole che sembrano poter smuovere qualcosa nella coalizione giallo-verde, anche se la soluzione è lontana dall’arrivare: “Quanti migranti accogliamo? Zero, abbiamo già dato” dice Salvini. Di maio e il premier Conte invece, si dicono pronti invece ad accogliere 15 migranti.
In queste ultime ore la Germania si è detta disponibile a partecipare all’accoglienza – nell’ambito di una soluzione Ue – mentre i 49 intanto restano in mare, in attesa che si trovi un accordo sul loro futuro.
2. La situazione a bordo delle navi
Qual è la situazione a bordo delle navi dopo 16 giorni di navigazione?
Internazionale fa il punto della situazione, nei giorni scorsi due imbarcazioni partite da Malta hanno trasportato sulla Sea Watch viveri e rifornimenti e 4 parlamentari tedeschi sono riusciti a salire a bordo.
Intervistata da Agi, Giorgia Linardi – portavoce di Sea Watch – si dice molto preoccupata: “I migranti a bordo stanno mostrando resistenza e pazienza ma ci sono segnali che potrebbero far temere atti di autolesionismo. Vediamo il loro umore cambiare durante la giornata. Ho parlato stamattina con il dottore a bordo ed è molto preoccupato”.
“Siamo qui su questa barca e non capiamo cosa sta succedendo”, ha dichiarato a Reuters Bob Kiangala, uno dei migranti a bordo della nave originario della Repubblica Democratica del Congo:
“Non siamo pesci, non siamo squali, siamo esseri umani come tutti gli altri. Abbiamo fatto questa traversata, abbiamo rischiato le nostre vite per arrivare in Europa, e ora che siamo arrivati, l’Europa ci rifiuta, e non sappiamo perché”.
Di ora in ora intanto sale la tensione, nei giorni scorsi un uomo si era gettato in mare per tentare di raggiungere Malta, mentre e le ultime notizie raccontano di come le persone a bordo stiano iniziando a rifiutare il cibo.
3. I sindaci delle maggiori città contro il decreto Salvini
Napoli, Palermo, Milano, Firenze. Cresce di ora in ora il fronte dei sindaci che hanno deciso di non applicare il decreto Salvini, ora convertito in legge.
Tutto è cominciato quando il sindaco di Palermo, Orlando, ha ordinato di non applicare nella città siciliana le misure previste dal cosiddetto decreto sicurezza, in particolare per quanto riguarda l’impossibilità di iscriversi all’anagrafe per i richiedenti asilo.
“È disumano e criminogeno, puzza di razziale“, le parole del primo cittadino.
La replica del ministro degli Interni non si è fatta attendere: i sindaci “ne risponderanno personalmente, legalmente, civilmente, e penalmente perché è una legge dello Stato che mette ordine e mette regole”.
Intanto mentre il premier Conte tenta di mediare e si dice pronto ad incontrare l’Anci (l’Associazione nazionale dei comuni italiani), sempre più regioni si dicono pronte a ricorrere alla Consulta contro la norma.
Qui la mappa aggiornata di tutte le città che finora hanno deciso di non applicare il decreto Salvini:
4. Le scelte di Trump arricchiscono i contrabbandieri
Cresce la disperazione dei migranti al confine tra Stati Uniti e Messico, così come rischiano di crescere i profitti dei contrabbandieri.
Solo pochi fortunati richiedenti asilo, infatti, riescono ad attraversare il confine ogni giorno, per gli altri l’unica opzione disponibile resta quella di pagare un polleros (passeur locali).
“Sinceramente non voglio attraversare illegalmente, ma non ho scelta“, dichiara al New York times Julian Moreno, 37 anni originario dell’Honduras.
Intanto la notte di San Silvestro un centinaio di migranti, arrivati a Tijuana con la carovana partita dall’Ecuador, hanno cercato di varcare il confine e sono stati respinti con l’utilizzo di gas lacrimogeni dalle Guardie di confine americane.
5. Bambini migranti, cosa sta succedendo negli Stati Uniti?
Dopo la recente morte di due bambini in custodia della polizia di frontiera americana, crescono i timori per le condizioni dei tanti minori che hanno attraversato il confine. Secondo il New York Times, circa 12.400 di loro sono ora ospitati in oltre 100 strutture. Così, mentre nuovi video testimoniano le violenze in alcuni di questi centri per minori, cresce il numero di famiglie che decidono di ospitare un minore.
6. Una nave militare britannica presiederà il Canale della Manica
La HMS Mersey, nave di pattuglia della Royal Navy, è stata dispiegata nel canale della Manica con il compito di contrastare l’immigrazione illegale diretta dalla Francia al Regno Unito. La mossa è arrivata dopo una richiesta formale di assistenza militare da parte del Segretario di Stato per gli affari interni, Sajid Javid: “Il mio obiettivo è continuare a proteggere il confine del Regno Unito e prevenire la perdita di vite umane nel Canale“, ha dichiarato Javid, aggiungendo che la misura sarà temporanea.
Soprattutto negli ultimi mesi è aumentato il numero di migranti che ha tentato di attraversando la Manica partendo dalla Francia e sbarcando nella regione del Kent: 539 persone durante tutto lo scorso anno. Numeri non troppo elevati ma che, come riporta il The Guardian, spaccano la comunità di Dover.
7. In Grecia, cittadinanza per i migranti eroi
Lo scorso luglio il fuoco aveva devastato le regioni costiere vicino Atene, distruggendo interi villaggi. In uno di questi – Mati – sono stati in molti a scappare dalle fiamme gettandosi in mare. In quell’occasione furono i locali pescatori ad aiutare la guardia costiera e a salvarli dalle onde. Tra i pescatori figuravano anche Gani Xheka originario dell’Albania, Emad el-Khaimi e Mahmoud Ibrahim Musa, egiziani: il governo greco li ha ora ricompensati con la cittadinanza.
8. L’Unione europea ha registrato il più basso numero di arrivi di migranti in cinque anni
La stretta sui migranti nel Mediterraneo centrale sembra funzionare, secondo Frontex – l’agenzia europea per la protezione delle frontiere – gli sbarchi in Europa sono stati 150mila, il numero più basso negli ultimi 5 anni.
Diversa la situazione in Spagna, diventata la principale rotta d’accesso per l’Europa: il paese iberico ha visto raddoppiare i migranti che raggiungono le proprie coste per il secondo anno consecutivo – sono 57 mila – tra loro 4mila minori non accompagnati.
9. Continuano le deportazioni di rifugiati Rohingya
Hanno passato gli ultimi 5 anni in una cella in Arabia Saudita, ora saranno spediti in Bangladesh. È quanto sta accadendo ad alcuni profughi Rohingya, originari della Birmania, come testimonia un video diffuso da Midle East Eye. Stessa sorte era capitata nei giorni scorsi ad una famiglia di profughi che si trovava in India nello stato di Assam.
Intanto a Cox Baxar – il più grande campo profugh in Bangladesh – si intensificano gli sforzi dell’Unhcr per affrontare il massiccio fabbisogno idrico e igienico dei rifugiati Rohingya e dei loro ospiti.
10. Ue-Turchia In arrivo una nuova tranche milionaria
Per ogni rifugiato siriano rimandato in Turchia dalle isole greche, un altro siriano verrà ricollocato nell’Unione europea tenendo conto dei criteri di vulnerabilità previsti dalle Nazioni Unite. In cambio la Turchia si impegna a prevenire gli attraversamenti via mare dalle sue coste e l’Unione Europea le destina più di tre miliardi di euro, con altri tre miliardi aggiuntivi in una fase successiva, destinati ai rifugiati nel paese. Questo il testo dell’accordo tra Ue e Turchia, per il quale l’Unione destinerà nel 640 milioni di euro allo stato del Bosforo nel 2019.
“L’Unione europea, in cooperazione con la Turchia, sta portando un vero cambiamento nella vita dei rifugiati più vulnerabili Sono molto orgoglioso di ciò che abbiamo raggiunto insieme” ha dichiarato a proposito Christos Stylianides, Commissario europeo per gli aiuti umanitari e la gestione delle crisi.
Foto di copertina via Sea-Watch Italy