1. In migliaia in strada a Milano per dire no al razzismo
Decine di migliaia di persone hanno marciato a Milano contro il razzismo e le politiche del governo giallo-verde. La manifestazione è iniziata in corso Venezia nel pomeriggio, per concludersi la sera in Piazza Duomo sulle note di People have the Power.
Musica, balli, slogan e carri musicali, uno – quello delle ONG– a forma di barcone. Secondo le stime dell’assessore alle Politiche sociali del Comune di Milano Pierfrancesco Majorino i manifestanti erano almeno 200 mila tra loro tanta gente comune, ma anche volti noti della politica e delle istituzioni.
Qua è incredibile, in Duomo si ballano i Village People e ci sono spezzoni del corteo ancora in Porta Venezia. Entrano mille striscioni danze bandiere – che giornata fantastica. #People2March #PrimalePersone pic.twitter.com/WA1pdpT5tn
— Marina Petrillo (@alaskaHQ) March 2, 2019
Intanto la Corte di Cassazione ha annullato il provvedimento che vietava al sindaco di Riace Mimmo Lucano di dimorare nel comune. Per la Corte il caso deve essere riesaminato dai giudici.
2. In Libia si tortura, ecco le prove
“Nel controllo delle frontiere e nella lotta contro la migrazione irregolare intensificheremo i nostri sforzi congiunti per prevenire il traffico di persone, sradicare la tratta di esseri umani e combattere chi sfrutta le persone vulnerabili.”
Sono le parole del Presidente del Consiglio europeo Donald Tusk al termine del primo Vertice tra i paesi UE e Lega degli Stati Arabi svoltosi a Sharm el Sheik lo scorso 25 febbraio. Ancora una volta la il controllo della migrazione è al centro dei rapporti tra le due sponde del Mediterraneo, ma come viene affrontata la “sfida comune della migrazione” in un paese senza pace come la Libia?
Torture, sovraffollamento, condizioni igienico sanitarie scioccanti: Channel 4 è riuscita ad ottenere video che testimoniano le realtà dei campi libici.
3. L’Unione Africana boccia il piano dell’UE per fermare le migrazioni
L’ultimo piano dell’Unione Europea sui flussi migratori comporterebbe una violazione del diritto internazionale e un tentativo di creare «un mercato degli schiavi». Lo sostiene l’Unione Africana (UA), che critica il progetto europeo di allestire in vari Paesi africani delle “piattaforme regionali di sbarco” con l’obiettivo di scoraggiare le tratte clandestine ed evitare morti in mare. Nel piano dell’Europa le cosiddette piattaforme permetterebbero di processare in Africa le richieste di asilo dei migranti soccorsi in acque europee, ma secondo gli Stati africani questi centri non sarebbero altro che centri di detenzione de facto – non molto diversi da quelli già in funzione in Libia.
A rivelare la posizione dell’UA è stato il Guardian dopo aver avuto accesso a un “common African position paper” dal quale emerge chiaramente l’intenzione dei 55 Paesi africani di dissuadere gli stati costieri dal cooperare con l’UE per la messa in atto del piano.
4. Triplica il razzismo in Italia
Gli episodi di violenza a sfondo razzista erano 46 nel 2017, sono saliti a 126 nel 2018. Ma non è tutto: l’agenzia di intelligence italiana ha infatti avvertito che gli attacchi contro migranti e minoranze potrebbero aumentare nel periodo precedente alle elezioni europee di maggio. Allo stesso tempo c’è il rischio che l’aumento degli scontri tra gruppi antifascisti e di estrema destra causi seri problemi di ordine pubblico nei prossimi mesi.
Intanto i Relatori speciali dell’Onu esprimono preoccupazione per i ripetuti episodi di xenofobia, per la criminalizzazione dei migranti e per gli attacchi del governo ai difensori dei diritti umani, sottolineando che l’importante ruolo che l’Italia ha giocato negli ultimi anni sul tema della migrazione non può giustificare le ripetute violazioni dei diritti dei migranti e il mancato rispetto agli obblighi internazionali del Paese.
5. Continuano gli effetti del decreto Salvini
Il decreto Salvini continua a dispiegare i suoi effetti e a pagarne le conseguenze sono anche i giovani stranieri.
Nella provincia di Torino due ragazzi armeni non potranno più tornare nella scuola media che li ha accolti a fine settembre, quando sono arrivati in Italia con la famiglia per chiedere asilo. Nonostante i due ragazzi avessero iniziato un percorso di inserimento e di alfabetizzazione, trovando compagni di classe e insegnanti accoglienti, sono stati trasferiti con i familiari in un altro centro e hanno dovuto lasciare la scuola senza nemmeno poter salutare i propri amici.
Nel frattempo, molti giovani africani si vedono costretti a rinunciare al sogno di studiare in Italia: l’ambasciata italiana ha infatti negato il rilascio di visti per studenti al 95% dei ragazzi di Togo e Ghana che desideravano raggiungere il nostro paese per frequentare l’università.
6. La nuova legge danese sui rifugiati
Il Parlamento danese ha approvato una nuova legislazione che prevede un “cambio di rotta” nella politica nazionale in materia di rifugiati e asilo. Una manovra oggetto di numerose critiche da parte delle organizzazioni umanitarie perché si passerebbe dall’attenzione al tema dell’integrazione a una politica volta al rimpatrio dei rifugiati.
7. Nuove imbarcazioni per la Guardia costiera libica
La Francia destinerà nuove imbarcazioni alla Guardia costiera libica nell’ottica di assistere gli sforzi del paese nel frenare l’immigrazione clandestina. Questo quanto annunciato dal ministero della difesa francese Florence Parly e dal primo ministro libico al-Serraj a margine di una conferenza sulla sicurezza tenutasi a Monaco.
Forti le preoccupazioni delle ONG. In un rapporto pubblicato lo scorso gennaio Human Rights Watch ritiene che il sostegno dell’UE, e in particolare dell’Italia, alle guardie costiere libiche contribuisca alla detenzione arbitraria e abusiva di centinaia di persone. migranti e richiedenti asilo intercettati in mare.
#France chokes on the fate of #refugees & #migrants in #Libya but helps the Libyan coast guard force these vulnerable people back to dangerous and degrading detention centres in violation of international law.https://t.co/evgCTem6yC
— MSF Sea (@MSF_Sea) February 21, 2019
8. Minori non accompagnati in Spagna, la denuncia dell’Unicef
Bambini che preferiscono vivere in strada invece che dormire nei sovraffollati centri di protezione. Adolescenti appena arrivati che trascorrono settimane senza trovare un adulto che parli la loro lingua. La Spagna è il paese mediterraneo in cui nel 2018 è arrivato il maggior numero di minori stranieri non accompagnati – circa 13.000 secondo le stime dell’Unhcr – ma, denunciano le ONG, ha anche un modello di accoglienza che non riesce ad aiutarli.
L’ultima denuncia arriva dall’Unicef: sebbene la Spagna si occupi di questi bambini attraverso politiche per l’infanzia e non solo migratorie “una volta all’interno del sistema di protezione le vulnerabilità non vengono attenuate, ma si acutizzano”.
9. Italiani all’estero, stranieri in Italia: alcuni dati su cui riflettere
Scrive Giovanni De Mauro per Internazionale che nel 2017 sono stati 115 mila i cittadini italiani andati all’estero per cercare migliori occasioni di lavoro (nel 2008 erano stati 40 mila), come se la popolazione di una città come Trento si fosse trasferita di colpo all’estero. Una scelta che va a riflettersi anche sul mercato del lavoro nel nostro paese.
Italiani all’estero e stranieri in Italia. Proprio sulla presenza degli stranieri il nostro risulta essere il paese europeo con il più alto tasso di disinformazione in tema di immigrazione. Proprio questa settimana abbiamo analizzato il Dossier Statistico Immigrazione 2018, una lettura necessaria per avere un quadro completo della realtà migratoria italiana ed europea.
10. Le preoccupazioni suscitate dalla politica tedesca sui rimpatri in Siria
Fa discutere la scelta del Governo tedesco di finanziare il ritorno volontario di 437 persone in Siria lo scorso anno. Secondo quanto riportato da Foreign Policy almeno due persone che avevano ottenuto l’asilo in Germania, ma che erano tornate in Siria dopo non essere riuscite a ricongiungersi con i propri familiari, sarebbero scomparse dopo essere state incarcerate.
Come ricorda lo European Council on Refugees and Exiles, la Germania ha sospeso il programma di ricongiungimento familiare dal marzo 2016, mentre col nuovo accordo di coalizione è limitato a 1.000 ricongiungimenti per mese. Qui un’analisi di Federico Quadrelli sul sistema di accoglienza tedesco.
Immagine di copertina via Marina Petrillo