1. Le autorità belghe ammettono che la bimba curdo-irachena morta a Mons è stata uccisa da un proiettile della polizia
Una bimba di due anni è rimasta uccisa a Mons, in Belgio, quando la polizia ha sparato per fermare un furgone che trasportava alcuni rifugiati (26 adulti e altri tre bambini). All’inizio, le autorità belghe avevano negato ogni responsabilità delle forze dell’ordine, sostenendo che si fosse trattato di un incidente. Ora invece ammettono che la bimba è morta perché colpita in pieno viso da un colpo d’arma da fuoco, confermando così le testimonianze dei genitori, curdo-iracheni, che si trovavano con lei sul furgone, e quelle di diversi passanti che avevano assistito all’esito dell’inseguimento.
La polizia dice di aver voluto fermare il veicolo per impedire ad alcuni trafficanti di far arrivare i rifugiati in Inghilterra. Sulla vicenda è stata aperta un’inchiesta. La comunità di accoglienza di Grande-Synthe, a Dunkerque, di cui vi avevamo raccontato qui, ha pubblicato un doloroso comunicato spiegando che la bimba era stata a lungo loro ospite.
2. Anche per il tribunale del Riesame di Ragusa la Libia non è un posto sicuro
Dopo la presentazione del ricorso alla Corte di Strasburgo che accusa l’Italia di aver delegato la sorte dei migranti alle pratiche violente e ai respingimenti della Guardia costiera libica, è arrivata anche la decisione del tribunale del Riesame di Ragusa sul dissequestro della nave della Ong spagnola Proactiva Open Arms. Il tribunale ha rigettato il ricorso della Procura, e nelle motivazioni conferma il primo parere del Gip di Catania che aveva ordinato il dissequestro della nave: “La Libia non è un approdo sicuro quale delineato dal diritto internazionale”.
3. In Libia aumentano i migranti detenuti, anche grazie agli aiuti europei
Almeno 7 mila migranti trattenuti nei centri di detenzione libici, dove abusi e privazioni sono all’ordine del giorno. A marzo erano poco più di 4 mila. “La Ue sta chiudendo un occhio sulla sofferenza causata dalle sue insensibili politiche di immigrazione che esternalizzano il controllo delle frontiere in Libia”, ha dichiarato Heba Morayef, direttore di Amnesty International per il Medio Oriente e l’Africa del Nord. L’aumento delle detenzioni sarebbe legato alle politiche e al sostegno dei paesi europei alla Libia. L’Italia in particolare ha fornito alla Guardia Costiera libica attrezzature, motoscafi e corsi di formazione, prima di lasciarle il coordinamento delle operazioni di salvataggio e respingimento in acque internazionali.
4. Un nuovo fact checking di Ispi sulle migrazioni
Ispi, l’Istituto per gli studi di politica internazionale, ha pubblicato un nuovo fact checking (che integra e aggiorna quello dell’anno scorso) per fare il punto con alcuni dati oggettivi sulla questione migranti: calo negli sbarchi, sostenibilità del sistema di asilo, numero di morti in mare, soccorsi delle Ong, comportamento dei paesi Ue e altri punti.
5. Lo sfruttamento delle lavoratrici rumene in Sicilia arriva al Parlamento europeo
Sono centinaia le donne emigrate dalla Romania e arrivate nelle campagne della Sicilia. Ad attendere molte di loro non c’era soltanto l’agognato lavoro nell’industria agricola locale, ma sfruttamento sessuale e schiavitù. Ora la loro storia è arrivata al Parlamento Europeo. Intanto in Romania il Parlamento ha adottato un provvedimento che potrebbe incidere in maniera positiva sull’integrazione di chi è in possesso di protezione internazionale: protezione e aiuti finanziari sono prolungati fino a 12 mesi e sono previsti anche aiuti per trovare un alloggio.
6. Un caso svizzero viene usato come precedente in Israele
La controversa decisione della Svizzera di rivedere lo status di 3.200 richiedenti asilo eritrei potrebbe avere conseguenze pericolose in Israele, dove viene citata come precedente per riportare i rifugiati eritrei nel loro paese – lo spiega su News Deeply la ricercatrice Shani Bar-Tuvia.
7. Inclusione finanziaria, in Italia migliora quella dei migranti
L’inclusione finanziaria apre spazi di cittadinanza economica e accelera e facilita il processo di inclusione sociale dei nuovi cittadini italiani. A dirlo è l’Osservatorio Nazionale sull’Inclusione Finanziaria dei Migranti, che in questi giorni ha pubblicato il suo VI Rapporto annuale. Dati alla mano, il 75 per cento dei cittadini immigrati residenti in Italia è in possesso di un conto bancario, mentre nel 2010 lo era poco più del 61 per cento (qui il rapporto completo).
8. In Grecia la nuova legge sull’asilo riduce la possibilità di ricorrere in appello
Lo scorso 15 maggio il parlamento greco ha approvato la nuova legge sull’asilo, nata dalle intenzioni della maggioranza di velocizzare le pratiche e ridurre la pressione migratoria sulle isole dell’Egeo. Dura la replica delle organizzazioni per i diritti umani, che accusano il governo di “ignorare nuovamente i diritti dei rifugiati“: i passaggi considerati più duri sono la limitazione di movimento e la possibilità di essere espulsi una volta respinta in appello la domanda di asilo. Intanto a Patrasso decine di giovani tentano ogni giorno di imbarcarsi per raggiungere l’Italia, mentre in silenzio il nostro paese continua a respingerli.
9. Dalla Tunisia aumentano gli arrivi di migranti in Italia
Se da un lato calano i flussi migratori dalla Libia all’Italia- ridotti dell’85 per cento grazie al memorandum d’intesa tra i due paesi – alcuni dati diffusi dal Viminale confermano un aumento considerevole degli arrivi dalla Tunisia: più di 2 mila nei primi mesi del 2018. A Lampedusa in particolare si sono registrati tre sbarchi in tre giorni (l’ultimo di 160 persone). I migranti sono stati trasportati nell’hotspot dell’Isola, ufficialmente chiuso nel marzo scorso a causa delle pessime condizioni in cui versava.
10. A Milano si inaugura Insieme Senza Muri
Si è aperto domenica 20 maggio, con l’inaugurazione della Casa Chiaravalle, Insieme Senza Muri, un mese intero di incontri e manifestazioni contro il razzismo e per l’integrazione organizzato dal Comune di Milano che coinvolgerà, come il grande corteo del 2017, tutte le comunità immigrate della città. Casa Chiaravalle è il più grosso bene confiscato alla mafia a Milano, e adesso ospiterà uno speciale progetto di accoglienza diffusa pensato specificamente per le donne.
Foto di copertina di Nicolas Vigier (CC BY-NC 2.0)