1. Come l’Europa abbandona i migranti a morire sotto la neve
Sono sopravvissuti a guerre e violenze, ora muoiono assiderati alle porte d’Europa.
Annalisa Camilli su Internazionale racconta la drammatica situazione dei migranti bloccati in Serbia sotto la neve – e le responsabilità dell’Europa.
2. Belgrado, città bianca, è l’ultima frontiera
Eleonora Camilli e Alberta Aureli hanno raccontato su Open Migration, in parole e fotografie, cosa sta succedendo a Belgrado, dove migliaia di profughi sono al freddo senza nessuna assistenza.
Le due reporter ne hanno poi parlato anche a Gazebo – riguarda la puntata.
Oltre mille migranti bloccati sulla rotta balcanica, a Belgrado, nelle immagini di @EleonoraCamilli e @Albertaureli#gazebowarming pic.twitter.com/fB9teeHaU9
— Gazebo (@welikechopin) January 13, 2017
3. I bambini che camminano senza fermarsi mai
Il dramma dei migranti imprigionati nel limbo infernale serbo viene documentato in questi giorni anche dal giornalista Rai Valerio Cataldi – con un’umanità unica.
Guarda il suo servizio per il TG2 sui piccoli migranti, che non perdono il sorriso nonostante stiano camminando senza fermarsi da quando sono nati.
4. I minori stranieri soli in Italia
In ciabatte e al gelo, così vivono i minori non accompagnati in Calabria. Abbandonati a se stessi in centri in condizioni fatiscenti, come lo “Scatolone” di Reggio Calabria. Il reportage di Sara Manisera e Arianna Pagani su La Stampa (qui quello su Open Migration di qualche settimana fa).
5. I profughi cubani, Obama e Trump
Per decenni gli Stati Uniti hanno accolto rifugiati in fuga dalla dittatura comunista di Cuba; dagli anni ‘90 la politica di accoglienza è stata ribattezzata “wetfoot, dryfoot” (in quanto ai cubani che riuscivano a raggiungere il territorio americano era consentito restare, mentre quanti trovati in mare venivano respinti). Tutto questo è improvvisamente cambiato dalla settimana scorsa, quando il presidente uscente Obama ha revocato lo status speciale riconosciuto ai profughi cubani ed annunciato che è ora di iniziare a trattarli come tutti gli altri migranti.
Questa è una spaventosa notizia per i cubani che vogliono lasciare il proprio paese,scrive Ilya Somin sul Washington Post. Ma è anche un importante passo avanti nella normalizzazione delle relazioni tra Stati Uniti e Cuba, nonché un vero e proprio sgambetto di Obama al presidente entrante Trump, che adesso si troverà nella difficile posizione di decidere se accettare tale normalizzazione dei rapporti con la tanto odiata Cuba o di dover smentire la sua promessa di chiudere le frontiere e respingere tutti i migranti. L’analisi di Politico, da leggere.
6. La barca fantasma, e tutti gli altri
Un po’ in ritardo, vi segnaliamo l’ultima puntata dell’inchiesta Ghost Boat che ha tentato di raccontare le storie di 243 persone – tutti migranti eritrei – dispersi in mezzo al Mediterraneo nel contesto della scomparsa della cosiddetta “barca fantasma”. L’episodio conclusivo, che offre una importante riflessione, su quell’incubo senza fine dei morti in mare, è davvero da leggere (su Medium).
7. Sempre più donne nigeriane vittime di tratta e destinate alla prostituzione forzata
Stando ai dati dell’OIM, è in preoccupante crescita il fenomeno della tratta di donne nigeriane destinate alla prostituzione forzata in Italia. Si parla di più di 12.000 donne sbarcate in Italia l’anno scorso, di cui l’80% sarebbe nelle mani dei trafficanti. L’articolo di Quartz e quello del Guardian.
8. Come raccontare la crisi dei rifugiati in fotografie
Su Internazionale, lo sguardo di quattro fotografi sulla crisi dei rifugiati in Europa e su come raccontarla per immagini.
9. Una nuova strategia per affrontare l’emergenza umanitaria
Migliaia di persone muoiono nel loro disperato viaggio della speranza, e i leader mondiali che stanno per riunirsi a Davos hanno l’obbligo di adottare nuove strategie e fermare questo eccidio.
L’editoriale per il Guardian di William Lacy Swing, direttore dell’Organizzazione Internazionale sulle Migrazioni (OIM).
10. È il 2017, le migrazioni sono la normalità – spostiamo il dibattito in avanti!
L’editoriale di Marta Foresti, direttrice dell’Overseas Development Institute (ODI), spiega in maniera esemplare perché nel 2017 è davvero ora di accettare il fatto che le migrazioni sono la normalità e andare avanti col dibattito.
Foto di copertina: migranti in fila per il cibo sotto la neve a Belgrado – Alberta Aureli.