1. Il Decreto Salvini bis è legge
Il decreto Sicurezza bis è legge. La maggioranza ha tenuto e Palazzo Madama ha confermato la fiducia al governo dando il via libera definitivo al provvedimento, fortemente voluto dal ministro Salvini, che dà una stretta ulteriore alle norme su immigrazione e ordine pubblico.
Multe per chi soccorre i migranti – con multe che vanno da 250mila euro a un milione per il mancato rispetto delle direttive del ministero dell’Interno – più poteri al Viminale per decidere sulle navi in transito nelle acque italiane e fondo ad hoc per i rimpatri con una cifra per ora prevista di due milioni di euro per il 2019. Queste alcune delle principali misure inserite nel decreto sicurezza bis.
Come ricorda Annalisa Camilli per Internazionale, anche l’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati ha espresso preoccupazione per l’approvazione della legge: “L’Unhcr ribadisce la propria preoccupazione in merito al fatto che l’imposizione di sanzioni pecuniarie e di altro tipo ai comandanti delle navi potrebbe ostacolare o impedire le attività di soccorso in mare da parte delle navi private in un momento in cui gli stati europei hanno significativamente ritirato il proprio sostegno alle operazioni di soccorso nel Mediterraneo centrale. Le ong svolgono un ruolo cruciale nel salvare le vite dei rifugiati e migranti che intraprendono la pericolosa traversata per arrivare in Europa. Il loro impegno e l’umanità che guida le loro azioni non dovrebbero essere criminalizzati o stigmatizzati”.
2. Sbarcati i migranti a bordo della Gregoretti
Dopo sei giorni di stallo finisce l’odissea per i migranti a bordo della nave della Guardia costiera Gregoretti.
Lo sbarco arriva dopo l’annuncio da parte della Commissione europea dell’impegno di Francia, Germania, Irlanda, Lussemburgo e Portogallo al ricollocamento dei migranti a bordo della nave.
Come ricorda il ricercatore Ispi Matteo Villa, si tratta degli stessi paesi con cui l’Italia non ha voluto negoziare un accordo di più ampio respiro.
Intanto si apprende che lo stallo sulla Gregoretti sembrerebbe aver procurato più di qualche malumore nella Guardia costiera.
3. La nave Alan Kurdi sbarca a Malta
Sono sbarcati domenica a Malta i 40 migranti a bordo della nave umanitaria Alan Kurdi, dopo il via libera arrivato dalle autorità maltesi. La nave aveva precedentemente rifiutato di portare i migranti soccorsi in mare a Tripoli, porto che le era stato assegnato dalla cosiddetta guardia costiera libica, ma non considerato sicuro. Proprio dalla Libia scappavano le persone soccorse dalla nave, che raccontano di aver trascorso più di nove mesi in un centro di detenzione per migranti, subendo violenze sessuali e in alcuni casi venendo ridotti in schiavitù.
4. Dalle navi ai droni: l’involuzione del soccorso europeo nel Mediterraneo
Droni per monitorare la situazione al posto di nave da guerra per il salvataggio. È questo il paradosso che sta vivendo la principale missione navale dell’UE, che dallo scorso agosto non ha effettuato un solo salvataggio, in quello che è il tratto d’acqua più letale del mondo.
Non più navi per rispondere agli SOS, ma solo veicoli aerei senza equipaggio gestiti dall’agenzia europea Frontex quindi.
“Non c’è obbligo per i droni di essere equipaggiati con mezzi di salvataggio e di condurre operazioni di salvataggio”, hanno dichiarato ai giornalisti Daniel Howden, Apostolis Fotiadis e Antony Loewenstein, Erik Marquardt, deputato del partito dei Verdi tedeschi. “Per questo servono navi, e le navi sono esattamente quello che manca in questo momento”.
Il tasso di mortalità per le persone che tentano di attraversare il Mediterraneo è salito da una media storica del 2% fino a raggiungere il 14% nel mese scorso. In totale, sono morte 567 delle 8.362 persone che hanno tentato di raggiungere l’Europa attraverso quella rotta.
5. Tra chi rispetta la legge del mare
“Nessun marinaio sarebbe mai tornato in porto senza la certezza di aver salvato quelle vite. Se avessi ignorato queste grida di aiuto, non avrei avuto il coraggio di affrontare di nuovo il mare”. Il capitano Carlo Giarratano non ha avuto dubbi quando, alla fine del mese scorso, durante una spedizione di pesca notturna al largo delle coste libiche, ha avvistato un gommone in avaria che iniziava a imbarcare acqua: a bordo c’erano 50 persone. Agendo secondo la legge del mare ha raggiunto l’imbarcazione, offerto loro cibo e bevande e aspettato quasi 24 ore che una nave della guardia costiera italiana intervenisse. Da terra intanto suo padre coordinava i soccorsi. All’indomani dell’approvazione del decreto Salvini bis dicono che lo farebbero altre mille volte. Ci racconta la loro storia Lorenzo Tondo.
6. Quale futuro per i migranti bloccati a Lesbo?
Sono settemila le persone attualmente costrette nell’hotspot di Lesbo, isola greca alle porte d’Europa, dove la popolazione del campo continua a crescere dal 2015. Lesbo, da sempre terra di migrazioni a pochi chilometri dalla Turchia, accoglie da quattro anni i richiedenti asilo che arrivano per mare dalla Turchia. Il neo-eletto governo greco ha dichiarato di voler rafforzare le frontiere e il responsabile per l’immigrazione nega che ci siano stati respingimenti illegali in Turchia, come denunciato da diverse ong.
A Lesbo eravamo stati più volte durante lo scorso anno per denunciare le terribili condizioni in cui sono costretti i migranti del campo di Moria, dove il 64% degli assistiti dal personale del campo soffre di depressione e il 29% ha provato a togliersi la vita.
7. L’Open Arms è in mare con 121 persone a bordo e nessuna trattativa per farle sbarcare
“Davvero volete multarci per averli salvati? Davvero soccorrere uomini, donne e bambini in pericolo è diventato un reato? Davvero?”. È affidato ad un post su twitter la reazione della Open Arms la nave della ong spagnola Proactiva che ha a bordo 121 persone – trentadue i minori, 27 dei quali non accompagnati – e che da 4 giorni attende in mare di vedersi assegnato un porto.
Nessuna soluzione all’orizzonte, la nave è già stata raggiunta giovedì dal divieto di ingresso, transito e sosta nelle acque territoriali italiane firmato dal ministro dell’interno, Matteo Salvini, e dai colleghi ministri Danilo Toninelli ed Elisabetta Trenta.
Ad aggravare la situazione l’irrigidimento del governo spagnolo che ha adottato le stesse salatissime multe introdotte dal decreto sicurezza bis per chi salva migrantie che sollecita l’Ue ad adottare lo stesso meccanismo di redistribuzione delle persone salvate anche sulla rotta che dal Marocco porta in Spagna e nel mare di Alboran.
8. Migranti, la Presidentessa Ue apre all’Italia: nuovo accordo in vista?
Un nuovo approccio sulla questione migratoria. È quanto ha proposto la neo-eletta Presidentessa della Commissione Europea Von Der Leyen al Presidente del Consiglio Conte, incontrato in occasione di un bilaterale a Palazzo Chigi.
“Italia, Grecia e Spagna sono in una posizione geograficamente esposta, ma la solidarietà non può essere unilaterale”, nelle intenzioni della Presidentessa ci sarebbe la volontà di mediare un nuovo patto per rendere il sistema d’asilo in Europa più efficiente ed umano. Caute aperture anche sulla riforma del Regolamento di Dublino.
9. Mayotte, una porta d’Europa discreta per entrare in Europa
Per evitare di attraversare la Libia e il Mediterraneo, sono sempre di più i migranti provenienti da paesi africani che raggiungono le coste di Mayotte, dipartimento d’oltremare francese dell’Oceano Indiano tra il Madagascar e la costa del Mozambico. A separe l’isola dal continente africano un braccio di mare lungo 70 km che ha già visto la morte di migliaia di persone negli ultimi anni.Tra chi ce la fa è invece la delusione a prevalere: sognavano l’Europa si trovano invece a popolare le baraccopoli del dipartimento più povero della Francia.
10. Dall’Africa in Messico sognando gli States
Secondo dati rilasciati a inizio luglio dalle autorità messicane,il numero di migranti arrivati nel paese e provenienti dall’Africa è triplicato. Circa 1.900 migranti, molti dei quali originari del Camerun e della Repubblica Democratica del Congo, sono arrivati nel paese con destinazione finale gli Stati Uniti. I trafficanti, infatti, offrono sempre più vie alternative alle tradizionali rotte verso l’Europa, arrivando a proporre anche voli transoceanici.
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Foto di copertina via Open Arms IT/Twitter