1. Dobbiamo davvero parlare della Libia
Cosa sta succedendo in Libia, e quali sono le conseguenze delle politiche italiane ed europee nel Paese africano e in alto mare? Prova a fare il punto sullo snodo critico della rotta mediterranea centrale il lungo approfondimento di Daniel Howden per Refugees Deeply, basato sulle ricerche della giornalista Nancy Porsia e corredato dalle fotografie di Alessio Romenzi.
Da accompagnare all’articolo di Annalisa Camilli per Internazionale sul fragile processo di pace in Libia e a quello di Francesca Mannocchi pubblicato a settembre dall’Espresso sulla guerra di milizie a Sabratha.
PS Approfondiremo la questione Libia proprio con Nancy Porsia in un evento speciale targato Open Migration mercoledì 11 ottobre alla Casa della Carità di Milano. Se siete nei dintorni, non potete perdervelo!
2. Come (e con che conseguenze) l’Europa chiude la porta in faccia ai migranti
Parla di Libia – ma anche di Mali, Niger, Senegal e Germania – l’inchiesta in cinque parti di Foreign Policy sulle politiche europee in Africa e le conseguenze disastrose tanto per il continente africano quanto per l’Europa stessa. Da leggere.
3. La strage dell’11 ottobre 2013 raccontata in un film
Era l’11 ottobre 2013 quando una imbarcazione con a bordo quasi 500 profughi siriani – tra i quali 150 bambini – veniva raggiunta dagli spari delle motovedette libiche e iniziava a imbarcare acqua. Da lì, ore di telefonate per chiedere soccorsi e con la Marina italiana che non interviene, fino al disastroso naufragio, in cui perdono la vita 268 persone (tra cui 60 bambini).
Il 27 ottobre il tribunale deciderà se archiviare il processo per la strage. Nell’attesa, Fabrizio Gatti – che per primo aveva documentato le telefonate del “naufragio dei bambini” – ha realizzato per l’Espresso e Repubblica un lungometraggio esclusivo che rivela le verità nascoste sulla strage nel Mediterraneo di quattro anni fa. Il lancio, previsto per il 15 ottobre, è anticipato da un un’intervista a un testimone d’eccezione. Da accompagnare all’articolo di Pietro Barabino sul Fatto Quotidiano.
4. Ventimiglia, diritti al confine
Un nuovo rapporto di Refugee Rights Data approfondisce la situazione dei migranti bloccati al confine con la Francia nei pressi di Ventimiglia, documentando – dati alla mano – le disperate condizioni di vita e le sistematiche violazioni dei diritti umani.
Da accompagnare al primo episodio della nostra inchiesta sui morti di confine.
5. Nuove, mortali rotte
Si chiude una rotta, se ne apre un’altra – o, meglio, tante altre. Innanzitutto, con la rotta libica del Mediterraneo centrale sempre più insicura e pericolosa, la via algerina torna una possibile opzione per i migranti irregolari diretti in Italia – come racconta Lorenzo Bagnoli sul Fatto Quotidiano. E intanto anche in Tunisia aumentano le partenze dei giovani che cercano, a tutti i costi, di raggiungere l’Italia: il pezzo di Niccolò Zancan su La Stampa.
6. Che ne sarà dei Dreamers?
Ufficialmente, il Daca – programma creato da Obama che consentiva agli immigrati irregolari arrivati negli Stati Uniti da bambini di evitare le deportazioni ed ottenere permessi lavorativi – finirà il 5 marzo 2018. In pratica, però, il Daca ha già chiuso le porte la scorsa settimana: scadeva infatti giovedì 5 ottobre il termine per la presentazione delle (ultime) domande di rinnovo. Ciò che è peggio, ai “Dreamers” non era stato notificato il termine e, nonostante l’impegno degli attivisti in materia, meno di 15.000 richieste di rinnovo sono state presentate a 24 ore dalla scadenza. Da leggere gli approfondimenti di Dara Lind su Vox, dedicati rispettivamente alla scadenza del termine e al conteggio dei Dreamers, in tandem con il nostro explainer sull’importanza del Daca.
7. Ritornare in Afghanistan, e poi?
I Paesi europei, il Pakistan e l’Iran continuano a rispedire rifugiati afghani nel loro paese d’origine. Che conseguenze avranno queste deportazioni in un Afghanistan devastato dalla guerra e ancora lontano dalla stabilità? Ali M. Latifi denuncia su Think Progress le violenze e le discriminazioni a cui vengono esposti i “returnees”, Preethi Nallu fa il punto su Refugees Deeply sulla ciclicità dello sfollamento, mentre Anna Shea raccoglie sul Time le preoccupazioni delle organizzazioni che si occupano di diritti umani (come Amnesty, che più volte ha lanciato l’allarme su come l’Europa stia di fatto tradendo i migranti).
8. Non si può ignorare il genocidio dei Rohingya
In Birmania è in corso una vera e propria pulizia etnica (parole delle Nazioni Unite) che ha costretto oltre mezzo milioni di membri della comunità dei Rohingya a una fuga disperata. Di quello che sta succedendo, però, nonostante la gravità della situazione, si parla poco. L’articolo di Poppy McPherson per Refugees Deeply racconta le difficoltà dei Rohingya in fuga e l’editoriale di Tom Felix Joehnk per il New York Times analizza come l’arrivo di centinaia di migliaia di profughi in Bangladesh stia cambiando per sempre il Paese. Su BBC, invece, Anbarasan Ethirajan fa il punto su come non si parli abbastanza della storia di questa popolazione in fuga.
9. I cinquant’anni (e la crisi) del Protocollo alla Convenzione di Ginevra sui rifugiati
Cinquant’anni fa entrava in vigore il Protocollo alla Convenzione di Ginevra, che rendeva finalmente universale – senza limiti di tempo o spazio – il regime di protezione internazionale per i rifugiati. In occasione del cinquantenario, una riflessione del professore Guy Goodwin-Gill per Refugees Deeply fa il punto sullo stato dell’arte e spiega perché le attuali politiche in materia – soprattutto quelle australiane – stanno mettendo a rischio i fondamentali principi sanciti dal Protocollo. Da accompagnare al pezzo sui rifugiati in Australia di Elaine Person per Al Jazeera.
10. L’E-Bay dei ricongiungimenti familiari
Con 65 milioni di sfollati nel mondo, la questione dei ricongiungimenti familiari è diventata una emergenza globale. Come rintracciare e riunire le migliaia e migliaia di persone che, durante il proprio percorso di migrazione forzata, sono stati separati dai propri cari? Una organizzazione si propone di diventare “l’E-bay dei ricongiungimenti familiari”. L’articolo di Tina Rosenberg per il New York Times.
Foto di copertina: manifestazione in Libia – via Wikimedia.