1. Ancora un morto nella baraccopoli di San Ferdinando
Si chiamava Suruwa Jaithe e aveva 18 anni, è lui la vittima dell’incendio che si è sviluppato sabato scorso nella tendopoli di San Ferdinando.
Arrivato dal Gambia da solo, ancora minorenne, da tempo era inserito nel progetto Sprar di Gioiosa Ionica, sulla costa reggina, ad una cinquantina di chilometri da San Ferdinando, luogo conosciuto per le estreme condizione in cui sono costretti a vivere migliaia di braccianti.
Nemmeno un terzo dei braccianti africani che lavorano nella Piana di Gioia Tauro infatti ha un contratto, e tutti vivono sospesi fra dinieghi, rinnovi del permesso di soggiorno, precarietà di alloggio, fatica, “pizzo” e sfruttamento. Con Daniela Sala eravamo stati nelle tendopoli della Piana e a parlare con lavoratori e sindacalisti, anche per capire con quali strumenti si sta tentando di contrastare la nuova schiavitù.
2. Decreto Salvini, in 40mila fuori dai centri
Primi effetti del decreto Salvini. Dai centri per migranti di Mineo e di Isola capo Rizzuto, iniziano le dismissioni forzate dei migranti.
Coloro che hanno un permesso di protezione umanitaria, anche donne e bambini, infatti dovranno lasciare i centri di prima accoglienza. La comunicazione arriva dalle Prefetture. Rischiano 40mila persone, mentre 15mila operatori perderanno il lavoro.
Secondo Oliviero Forti, responsabile delle politiche migratorie e la protezione internazionale della Caritas italiana, “Le persone stanno uscendo dai centri senza nessuna prospettiva. C’è il rischio che cadano in una irregolarità profonda”.
Secondo il ricercatore Matteo Villa 130 mila stranieri rischiano di diventare irregolari
3. A bordo della Nuestra madre de loreto
Lo scorso 22 novembre il peschereccio spagnolo Nuestra Madre Loreto ha salvato un gruppo di persone abbandonate in acqua dalla Guardia costiera libica. Ora la situazione a bordo è critica: il carburante è agli sgoccioli e i migranti soccorsi sono allo stremo. Il governo spagnolo è però fermo nella decisione di lasciare il destino dei 12 migranti nelle mani delle autorità libiche.
4. L’Italia si ritira dal Global Compact sui rifugiati
“L’Italia non andrà a Marrakech e non firmerà alcunché”, con queste parole il ministro degli Interni annuncia l’intenzione italiana di non firmare il Global Compact sull’immigrazione.
L’accordo si prefigge tra i suoi obiettivi quello di minimizzare le condizioni di vulnerabilità dei migranti, di combattere il traffico degli esseri umani e di attuare una maggiore cooperazione fra gli stati per la gestione del fenomeno migratorio.
Un testo ricco di idee e innovazioni, un importante risultato politico in un’epoca dominata da nazionalismo e xenofobia, così lo definiva Marta Foresti raccontandoci l’importanza dell’accordo.
5. Dalla Giungla ai viaggi di speranza, Calais oggi
A Calais l’aumento degli interventi della polizia spinge sempre più migranti ad affidarsi ai trafficanti per attraversare la Manica. Solo nell’ultimo mese – riporta The Guardian – 110 persone hanno raggiunto le acque britanniche con imbarcazioni di fortuna.
Eravamo stati nel campo francese nel febbraio scorso, raccontandovi la vita dei migranti dopo lo sgombero della “giungla”.
Intanto dal Regno Unito arriva un’altra notizia preoccupante: la polizia del West Yorkshire sta indagando su un episodio di aggressione razziale nei confronti di un rifugiato siriano di 15 anni da parte di alcuni suoi coetanei. La scena era stata filmata e il video condiviso sui social networks.
6. Povertà e razzismo, cosa significa essere nero nell’Europa del 2018?
Un nuovo sondaggio della Fundamental Rights Agency svela che le persone di origine africana nell’UE continuano a dover affrontare in maniera diffusa pregiudizi ed esclusione.
Gli ostacoli all’inclusione sono di varia natura, dalla discriminazione nella ricerca di un lavoro, alle difficoltà nell’accesso a un alloggio dignitoso. Questi i risultati del sondaggio che ha esaminato l’esperienza di oltre 6.000 persone di origine africana in 12 paesi dell’UE.
7. Tyson il campione italiano che prende a pugni il razzismo
Un bronzo agli europei, una partecipazione ai mondiali, e ora il titolo di campione d’Italia Youth. E’ stato un 2018 da ricordare per Tyson Alaoma, pugile della Roma boxe Torre Angela figlio di genitori originari della Nigeria. Oltre ai colpi degli avversari però Tyson ha dovuto affrontare anche quelli del razzismo e della burocrazia. “Ci sono due paesi, un paese in cui tu sei nato ma che ti dice negro e un altro paese che non ti conosce ma ti porta in alto così” dice il giovane atleta, che per questioni legate alla cittadinanza lo scorso anno non ha potuto partecipare a importanti incontri internazionali.
8. La tassa sulle rimesse colpisce i migranti regolari
Il governo ha intenzione di introdurre una tassa dell’1,5% sulle rimesse inviate verso i paesi stranieri da parte dei lavoratori immigrati, attraverso la quale si prevede di incassare 60 milioni. Uno studio della Fondazione Leone Moressa esamina le conseguenze della prevista tassa sui money transfer. Una tassa che andrebbe contro gli impegni internazionali assunti dal nostro paese e che andrebbe a gravare soprattutto sulle comunità del Bangladesh, del Senegal e dello Sri Lanka (quelle che più inviano rimesse verso casa).
Solo di commissioni i migranti lo scorso anno hanno pagato 335 milioni di euro, mentre hanno aiutato il sistema pensionistico italiano con quasi 12 miliardi di contributi.
9. Porta malattie, aggredita Fara la donna migrante simbolo anti violenza
Era sbarcata a Pozzallo sabato notte scorso, diventando subito un simbolo: vittima di stupro e di violenze, aveva partorito da sola in Libia. Finalmente in Italia Fara ha dovuto sopportare una nuova umiliazione, quando un nutrito gruppo di donne l’ha aggredita nell’ospedale di Ragusa dove era ricoverata la sua bambina. “Ci porti malattie, vattene” quello che le è stato urlato contro.
Quello dello “straniero untore” che porta malattie – sapientemente alimentato da una certa narrazione – resta un mito ricorrente, che permette di giustificare paure e ritrosie nei confronti dell’accoglienza, e dimentica che, più che terribili e antiche malattie, a costituire la prima causa di morte per i migranti sono ancora i viaggi in mare. Inoltre, un recente studio, ci rivela come spesso siano gli italiani a trasmettere malattie agli stranieri.
10. Organizzazioni umanitarie e migranti sotto l’attacco della polizia croata
Maltrattati, picchiati e derubati dalla polizia croata. Sono diverse le violazioni dei diritti umani che sono state denunciate dai migranti che cercano di oltrepassare il confine con la Bosnia. La rotta balcanica è ancora attraversata da centinaia di migranti e sempre più drammatiche sono le politiche di dissuasione dei paesi interessati.
Foto di copertina: San Ferdinando, 2017 (foto: Diego Fedele)