1. Migranti, in Italia si riducono gli sbarchi ma aumenta l’ostilità
È stato presentato martedì scorso il “XXIV Rapporto sulle migrazioni” edito dalla fondazione ISMU.
Il rapporto sottolinea come quest’anno sia continuato il trend, iniziato l’anno precedente, che vede calare il numero degli sbarchi: “Nel corso del 2018 abbiamo vissuto un paradosso: a fronte di una drastica riduzione degli sbarchi (dell’80% ndr), c’è stata una drammatizzazione e strumentalizzazione del fenomeno migratorio, che si sta traducendo in un’aperta ostilità verso gli stranieri” ha spiegato Vincenzo Cesareo, segretario generale della Fondazione.
Se calano gli sbarchi, aumenta però il numero degli stranieri irregolari, dato secondo gli esperti destinato a crescere dopo l’approvazione del decreto Salvini.
Un altro dato significativo è quello riguardante il numero di stranieri che diventano cittadini italiani: nel corso del 2017 sono stati 147 mila.
Intanto, l’Italia è stata superata dalla Spagna e non è più il paese europeo con più arrivi: 55 mila i migranti arrivati nel paese iberico (49 mila via mare), 29 mila in Italia.
2. Aquarius non sarà più in mare
Mentre uomini, donne e bambini continuano a morire in mare, Msf e SOS Méditerranée sono costrette a chiudere le attività della Aquarius. Con queste parole le due ONG annunciano la fine delle operazioni di soccorso della nave, senza bandiera da ormai due mesi e costretta nel porto di Marsiglia.
“Una scelta dolorosa, ma purtroppo obbligata, che lascerà nel Mediterraneo più morti evitabili, senza alcun testimone” – continuano le ONG – che accusano il governo italiano di aver guidato una campagna per delegittimare, calunniare e ostacolare le organizzazioni umanitarie che forniscono assistenza alle persone vulnerabili. Come ricorda il Guardian, solo pochi giorni fa era arrivata l’ultima accusa contro l’organizzazione umanitaria, imputata di aver scaricato illegalmente rifiuti sanitari potenzialmente pericolosi.
Fine delle operazioni dunque, ma con una precisazione: “finché le persone continueranno a morire in mare o a subire atroci sofferenze in Libia cercheremo nuovi modi per fornire loro l’assistenza umanitaria e le cure mediche di cui hanno disperatamente bisogno”.
A largo delle coste libiche intanto, senza ormai nessuno che presti soccorso, si continua a morire: altri quindici migranti si sono spenti un poco alla volta, dopo giorni di sofferenza inflitta dalla fame e dalla sete, in una lentissima agonia durata quasi due settimane.
3. A Roma sgomberata anche la fabbrica ex Penicillina
I blindati e pattuglie della polizia municipale sono arrivati all’alba per dare il via alle operazioni largamente annunciate nei giorni scorsi: si mette così fine all’occupazione dell’ex Fabbrica di Penicillina di via Tiburtina.
Nel palazzo avevano trovato negli anni rifugio centinaia di migranti rimasti fuori dal sistema di accoglienza (vi avevamo raccontato le loro storie in questo articolo), ma al momento dello sgombero erano rimasti solamente una quarantina di occupanti. La fabbrica abbandonata è tristemente nota per i rifiuti tossici lasciati nell’impianto e mai bonificati. Proprio a causa dei veleni presenti nel sito e della mancata rimozione, gli abitanti del quartiere hanno contestato il ministro degli Interni Salvini.
Intanto poco distante dall’ex fabbrica, nei pressi della Stazione Tiburtina, continua l’accanimento contro volontari e migranti di del Baobab: la polizia ha impedito che venissero distribuiti cibo e bevande calde
4. Frontex, Sophia, Dublino: nessuna intesa tra gli stati
Dall’Austria che dichiara irrealizzabile l’aumento di agenti Frontex entro il 2020, all’Italia che non vuole rinnovare la missione Sophia (“restiamo fermi nella nostra riluttanza ad accettare procedure di sbarco che coinvolgano solo porti italiani” le parole di Salvini).
Anche in seno al Consiglio Europeo continua lo stallo delle istituzioni sui temi legati all’immigrazione. Ferma così anche la riforma del diritto d’asilo: la Commissione preme per andare avanti con le cinque proposte su cui c’è già l’accordo e lasciare in sospeso le più divisive, tra cui la tanto annunciata riforma del regolamento di Dublino
5. I Comuni contro il Dl Sicurezza: “saremo noi a pagarne le conseguenze”
Gli effetti della legge immigrazione e sicurezza voluta dal ministro Salvini destano preoccupazione tra i sindaci italiani: da Milano all’ultima aggiunta di Roma, da Parma e Firenze fino a Palermo, almeno una ventina di consigli di città medie o grandi hanno approvato mozioni contro la legge, di cui temono dovranno pagare i costi sociali.
“I migranti cui viene negato il diritto di essere accolti finiranno per strada, in grandi centri chiusi, nelle mani delle agromafie”, le parole del sindaco di Brindisi Rossi.
Secondo Valeria Carlini del Consiglio italiano per i Rifugiati “la legge invece di gestire l’immigrazione e aumentare la sicurezza dei cittadini, creerà marginalità sociale e distruggerà l’integrazione, con alti rischi sociali e di potenziale radicalizzazione”.
Ancora più dure le parole del vescovo di Caltagirone, monsignor Calogero Peri, dopo che dal Cara di Mineo sono iniziati i primi allontanamenti di migranti: “In Italia specialmente prima delle vacanze estive, passa una bella pubblicità: non è civiltà abbandonare i cani per strada e chi lo fa è punito dalla legge. Invece, abbandonare per strada i migranti o, se sembra troppo forte, ‘accompagnarli’ e lasciarli per strada, è ‘sicurezza’, è legge”.
6. La situazione in Italia secondo Amnesty
“Gestione repressiva del fenomeno migratorio”, “erosione dei diritti umani dei richiedenti asilo”, “retorica xenofoba nella politica”, “sgomberi forzati senza alternative”, questo il quadro delineato da Amnesty International nel suo ultimo rapporto sull’Italia: Rights Today: il ‘18, l’anno della Diciotti.
“Le autorità hanno ostacolato e continuano a ostacolare lo sbarco in Italia di centinaia di persone salvate in mare, infliggendo loro ulteriori sofferenze e minando il funzionamento complessivo del sistema di ricerca e salvataggio marittimo” si legge nel report, mentre sempre secondo la ONG, le recenti misure adottate dal governo porteranno ad un aumento delle persone irregolari nel territorio dello Stato.
Intanto nel nostro paese si continua a morire di confine: un giovane ragazzo di origine africana è rimasto folgorato a Ventimiglia, mentre tentava di raggiungere la Francia a bordo di un treno.
7. La Danimarca vuole confinare i migranti indesiderati su un’isola deserta
L’isola di Lindholm dista circa un miglio e mezzo dalla costa danese e ospita strutture mediche e un centro di ricerca, da oggi darà alloggio anche ai migranti che attendono di essere espulsi dal paese.
“Sono indesiderati in Danimarca e lo sentiranno”, ha scritto su Facebook il ministro per l’immigrazione, Inger Stojberg. La misura fa parte dell’accordo di coalizione del governo che include il Partito Popolare Danese (Dansk Folkeparti), dalle posizioni fortemente anti-immigrazione – in vista delle prossime elezioni previste a giugno.
Formazione politica che ha subito festeggiato l’annuncio pubblicando un cartone animato estremamente stereotipato sui social media: un uomo dalla pelle scura, vestito con abiti riconducibili alla cultura araba, viene scaricato su un’isola deserta “Gli stranieri criminali – si legge nel testo che accompagna il video – non hanno motivo di stare in Danimarca. Finché non riusciremo a liberarcene, li trasferiremo sull’isola di Lindholm“.
8. “Mio figlio è bloccato in Libia”. La tragica storia di Chica Camara.
Le vite di Chica Camara e di suo figlio di 10 anni Alfonsine si sono separate improvvisamente a largo delle coste libiche: il padre soccorso dai volontari di Msf è ora a Palermo, il figlio ripescato dalla guardia costiera libica presumibilmente nel paese africano.
“Non dimenticherò mai l’espressione sul viso di mio figlio quando i libici hanno intercettato il gommone. Non troverò mai la pace senza di lui. Senza mio figlio, la mia vita non ha alcun significato”. Come spiega il Guardian, per Chica ricongiungersi con il figlio per via legale è quasi impossibile.
9. Australia e detenzioni offshore: i rifugiati ricorrono alla class action
L’Australia è ormai da tempo fortemente criticata per la detenzione di migranti e richiedenti asilo sulle isole di Manus in Papua Nuova Guinea e di Nauru, ora potrebbe essere condannata anche dalla Corte Suprema.
Gli avvocati del National Justice Project, in rappresentanza dei migranti detenuti sulle due isole, hanno presentato una class action alla Corte. Tortura, crimini contro l’umanità, aver inflitto danni intenzionalmente, queste le accuse che il governo australiano dovrà affrontare.
10. Violenze e maltrattamenti: tra le donne africane migrate in Marocco
Secondo l’Unhcr, da gennaio a giugno di quest’anno, più di 18.000 migranti hanno raggiunto la Spagna, quasi il 10% di questi arrivi sono donne. Per molte di loro si è trattato di un lungo viaggio tra violenze e abusi. Per un terzo delle donne africane che hanno scelto di migrare, infatti, è questo il prezzo da pagare per arrivare in Marocco. Al Jazeera ci porta tra le strade di Rabat e ci fa conoscere alcune delle loro storie.
Immagine di copertina: Davanti al bar di Lamin, in uno degli edifici della Ex-Penicillina (foto di Giacomo Zandonini)