Per iniziare: siamo stati intervistati dal programma Rai Protestantesimo, in una puntata su migrazioni e numeri (e in compagnia di Carta di Roma, Confronti e Dossier Statistico Immigrazione). Potete rivedere la puntata qui.
1) Un anno e 500 vite salvate: il bilancio (provvisorio) dei corridoi umanitari.
Con il quinto arrivo di cittadini siriani dal Libano della scorsa settimana, sono 500 le persone giunte in Italia in sicurezza e per vie legali grazie ai corridoi umanitari, realizzati dalla Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), dalla Tavola valdese e dalla Comunità di Sant’Egidio. L’accordo con i Ministeri dell’Interno e degli Affari Esteri prevede, nell’arco di due anni, l’accoglienza di 1000 profughi muniti di visto umanitario e provenienti non soltanto dal Libano, ma anche dal Marocco e dall’Etiopia. Una piccola comunità, un modello da esportare.
2) Roma: migranti via dalla strada. Ma una soluzione stabile sembra lontana.
Provvisoria è anche la sistemazione trovata per i migranti a Roma, che da questa settimana potranno dormire nel presidio umanitario della Croce Rossa in via del Frantoio. Un primo passo importante, specie dato l’arrivo del freddo, ma che evidenzia ancora l’assenza di una soluzione stabile. “L’assessora alle politiche sociali Laura Baldassarre ha detto che rinnoverà fino a giugno del 2017 il protocollo d’intesa con la Croce rossa italiana, che scadeva a dicembre” scrive Annalisa Camilli su Internazionale, “Questo permetterà al centro di via del Frantoio gestito dalla Croce rossa di rimanere operativo con i suoi 92 posti letto e dare un riparo ai richiedenti asilo e migranti, che ora vivono per strada. Inoltre saranno messi a disposizione dei migranti altri 50 posti letto previsti dal piano per l’emergenza freddo che è operativo dal 1 dicembre. Da gennaio del 2017, infine, saranno disponibili 70 posti in una struttura dedicata ancora da individuare.”
I volontari di Baobab e MedOnlus resteranno con un presidio umanitario e informativo alla stazione Tiburtina, luogo di arrivo e di transito della maggioranza dei migranti e dei richiedenti asilo che passano nella capitale. E il 17 dicembre a Roma ci sarà un corteo per rivendicare i diritti dei migranti.
3) Italia: record di sbarchi di minori. E i flussi non si fermeranno.
Il 2016 è l’anno record degli sbarchi sulle nostre coste (171mila al 30 di novembre). E i “minori non accompagnati” giunti via mare sono sempre di più: al 31 ottobre 2016 se ne contano oltre 22mila contro i 12.360 dell’intero anno 2015 (senza contare il grande numero di coloro che “spariscono”). E la previsione è che, dopo Siria e Medio oriente, gli arrivi dall’Africa sub sahariana continueranno a crescere nei prossimi decenni: è questa la fotografia del 22° rapporto dell’ISMU, presentato la scorsa settimana a Milano. Il rapporto analizza anche i numeri dell’immigrazione in Italia e l’impatto sulla società italiana.
4) I bambini non possono aspettare: l’appello delle ONG per proteggere i piccoli rifugiati
Si stima che solo nel 2016 oltre 700 bambini siano annegati nel tentativo di raggiungere l’Europa, e che un richiedente asilo su quattro sia un minore: si tratta di un grande numero di persone vulnerabili e non tutelate, dice una dichiarazione congiunta di 78 organizzazioni per i diritti umani. “Molti di questi bambini un giorno diventeranno cittadini UE. Dobbiamo investire su di loro e incoraggiarli a diventare membri attivi delle nostre società. Ue e stati membri possono fare tanto” scrivono le organizzazioni, tra cui UNHCR, UNICEF e Save the Children.
5) UK: Allontanare i bambini da scuola crea una generazione di esclusi
Alcuni documenti ottenuti dalla BBC mostrano che l’attuale primo ministro inglese Theresa May durante il suo incarico di Ministro dell’Interno avrebbe proposto il ritiro dei posti nelle scuole dedicati ai bambini figli di immigrati senza documenti, definita “deprioritarizzazione dei migranti illegali”.
La legge inglese garantisce il diritto all’istruzione per tutti i bambini in età di obbligo scolastico, senza riguardo per il loro stato, tuttavia l’accesso all’istruzione è diventato sempre più difficile per questi bambini, spiega Nando Sigona, sociologo e ricercatore all’Università di Birmingham, su The conversation. Dei circa 120mila bambini senza documenti che vivono nel Regno Unito, una grande maggioranza vi è nata o vi risiede dai primissimi anni di vita. Dopo 10 anni di residenza nel Paese, questi bambini avranno diritto alla cittadinanza inglese: proposte come questa, spiega Sigona, possono produrre una generazione di giovani esclusi da una società di cui fanno parte a tutti gli effetti.
6) “Sanctuary Cities”: a cosa servono, quali sono i loro limiti
“Siete al sicuro a Chicago” così il sindaco Rahm Emanuel ha dichiarato agli immigrati che vivono in città. La vittoria di Donald Trump ha creato paura in moltissime persone che vivono e lavorano negli USA senza esserne cittadini. Alcuni sindaci, tra cui Emanuel e il sindaco di New York Bill de Blasio, hanno proclamato le città che amministrano “sanctuary cities”, città sicure contro le azioni di espulsione che dovessero essere portate avanti dal governo federale.
Si tratta di un movimento nato in Arizona 34 anni fa, quando un sacerdote annunciò che la sua congregazione avrebbe protetto i rifugiati di El Salvador e Guatemala, che scappavano da guerre civili con regimi sostenuti dall’amministrazione Reagan. Ma, se è vero che il governo centrale non può prescindere dalla cooperazione di polizia e istituzioni locali per deportare gli immigrati senza documenti – come da dichiarazioni del nuovo presidente USA, che tipo di resistenza può effettivamente opporre una “città sicura”? Alex Kotlowitz sul New Yorker.
7) La crisi dei rifugiati in Asia: la drammatica situazione dei Rohingya
Continua la persecuzione della minoranza musulmana Rohingya in Myanmar: mentre il primo ministro della Malesia scende in piazza e chiede la fine del genocidio, la leader birmana Aung San Suu Kyi accusa la comunità internazionale di fomentare risentimento tra buddisti e musulmani nel nord-ovest del paese, dove nei giorni scorsi l’esercito ha ucciso almeno 86 persone e messo in fuga 10.000 persone verso il Bangladesh. Senza cittadinanza pur avendo vissuto in Myanmar per generazioni, i Rohingya sono oggetto di persecuzione dal 2012 e in fuga sistematica nel sud-est asiatico dal 2015.
8) Ungheria: la storia di Ahmed, ingiustamente condannato a 10 anni di carcere
Ahmed viveva a Cipro con moglie e figli quando un giorno dello scorso anno ha ricevuto una chiamata dai genitori in Siria, che gli annunciavano che stavano lasciando la propria città, sotto le bombe della guerra. L’uomo è corso in loro soccorso, aiutandoli nel viaggio per Turchia, Macedonia e Serbia, fino all’Ungheria. Nel tentativo di sedare uno degli scontri al confine ungherese, Ahmed viene arrestato, accusato di atti di terrorismo e condannato a 10 anni di carcere. Ecco la sua storia.
9) Turchia: servono politiche di lungo periodo su scuola e istruzione
La Turchia è sotto crescente pressione da quasi tre milioni di profughi siriani. Al fine di attenuare le tensioni interne e i conflitti locali, il governo deve sviluppare, e trovare il supporto per nuove politiche, che aprono vie di rifugiati ai posti di lavoro, l’istruzione e lo status giuridico permanente, sostiene il rapporto di International Crisis Group.
10) Una moschea per Atene
I musulmani che vivono ad Atene sono in attesa: a 10 anni dall’approvazione della legge, il governo dovrebbe tenere fede alla sua promessa di costruire una moschea ad Atene. Verrà realizzata, nonostante le pressioni contrarie dei gruppi di estrema destra (Alba Dorata ha organizzato una protesta nel luogo dove dovrebbe sorgere l’edificio)? Riuscirà a creare maggiore integrazione e stabilità nella capitale greca, dove (secondo la Muslim Association of Greece) ci sono circa 100 luoghi di culto non ufficiali e 200.000 musulmani? L’articolo di Al Jazeera.
Copertina: Il progetto dei corridoi umanitari compie un anno (Foto: Mediterranean Hope)