1. Roma: non è una città per rifugiati
L’accoglienza che non c’è. Il reportage per Vice di Claudia Torrisi dalla capitale d’Italia racconta una città completamente impreparata ad accogliere, un luogo dove la crisi migratoria è affrontata solo come questione di ordine pubblico – e quindi a suon di sgomberi. Insomma, come spiega Annalisa Camilli su Internazionale, “chi dovrebbe aprire centri di accoglienza risponde con la polizia e gli sgomberi”. E le cose paiono destinate a peggiorare, dato il nuovo approccio (apertamente) anti-immigrazione della sindaca Virginia Raggi raccontato da Nando Sigona su The Conversation.
2. Biella, storie di rifugiati che provano a ricostruirsi una vita in Italia
Nel 2016 più di 180.000 migranti sono stati salvati nel Mediterraneo e condotti in Italia. Tra di loro c’era anche il diciannovenne gambiano Malick, la cui storia – e il tentativo di ricostruirsi una vita nella città di Biella – è raccontata dal fotografo Cesar Dezfuli, da Open Migration al Guardian.
3. Inghilterra – Italia, storia di un giovane “Dublinato”
Yousef è un giovane richiedente asilo palestinese-siriano, che allo scoppiare del conflitto in Siria è stato separato dalla propria famiglia ed ha dovuto intraprendere da solo il pericoloso viaggio verso e attraverso l’Europa, arrivando infine da Calais in Inghilterra – dove si è riunito con la propria famiglia a Middlesborough. Ma mentre tutti i suoi cari hanno ottenuto il riconoscimento dello status di rifugiato, Yousef è adesso – dopo una battaglia legale durata due anni – a rischio deportazione verso l’Italia in applicazione del Regolamento Dublino. La sua storia, raccontata da Lizzie Dearden su The Independent.
4. Mediterraneo, perché i migranti continuano a rischiare tutto
È la rotta migratoria più mortale che ci sia, eppure continua ad essere percorsa da migliaia e migliaia di persone. Perché i migranti continuano (e continueranno) a rischiare la vita attraversando il Mediterraneo dalla Libia verso l’Italia? Lo provano a spiegare Dionne Searcey e Jaime Yaya Barry su The New York Times.
5. Mediterraneo, come le ONG che salvano vite in mare sono diventate un capro espiatorio
Dopo quasi quattro anni di “crisi dei rifugiati” – con più di 500.000 persone arrivate in barca (anzi, gommone) dall’Africa all’Italia, ed il Mediterraneo trasformato in un cimitero marino per oltre 13.000 migranti – i politici ed i media italiani hanno trovato un nuovo capro espiatorio: le organizzazioni umanitarie che effettuano salvataggi in mare (oggetto di un feroce, e infondato, attacco). L’articolo di Steve Scherer per Reuters.
6. Mediterraneo, perché la Libia non può essere un alleato
Mentre le ONG lavorano duramente per provare a salvare i migranti in mare, i leader europei – e l’Italia in particolare – cercano un ruolo sempre maggiore della Libia per arginare i flussi migratori. Gli articoli di Clemens Höges and Claas Meyer-Heuer per Spiegel e di Aidan Lewis per Al Jazeera provano a spiegare cosa c’è che non va in questa strategia.
7. Atene, lo squat per rifugiati a rischio sfratto
In Grecia dove non arriva lo stato subentra la società civile. È così che ad Atene è nata l’occupazione abitativa per migranti e rifugiati dell’ex hotel City Plaza: un vero e proprio modello di accoglienza dal basso (che vi avevamo raccontato con il reportage di Eleonora Camilli), che però oggi è a rischio sfratto. L’editoriale di Molly Crabapple su The Guardian.
8. Grecia, il banco di prova europeo per le politiche dei muri
A un anno dall’accordo tra l’Unione europea e la Turchia, un report dell’Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione fa il punto sulle procedure messe in atto in Grecia per fermare i flussi di migranti. Un sistema che, come spiega Ilaria Sesana su Altraeconomia, ha come obiettivo quello di rivoluzionare il diritto d’asilo attraverso una riduzione dei diritti storicamente riconosciuti ai profughi.
9. Libano, com’è difficile celebrare Eid Mubarak per i rifugiati siriani
In tutto il mondo i musulmani celebrano la fine del Ramadan. Ma se per i rifugiati ovunque è stato difficile osservare la festività sacra (come racconta Carol Kuruvilla per l’Huffington Post), per i siriani in Libano è stato quasi impossibile trovare il cibo con cui rompere il digiuno ogni notte durante il mese sacro ed in occasione della sua celebrazione conclusiva Eid al-Fitr. L’articolo di The Conversation .
10. Giappone, porte chiuse per i rifugiati
Persone di tutto il mondo chiedono asilo in Giappone, ma nel 2016 lo stato nipponico ha concesso protezione ad appena 27 richiedenti. Il reportage di Annette Ekin per Al Jazeera prova a spiegare perché e con quali conseguenze.
Foto di copertina: Mustafa Khayat (CC BY-ND 2.0).