1. In Italia si impone il fronte sovranista e anti-immigrazione
I risultati di M5S e Lega alle elezioni del 4 marzo, combinati al crollo del PD e agli scarsi successi delle formazioni di centro-sinistra, non permettono facili coalizioni di governo e in parte esprimono una volontà chiara: milioni di italiani hanno espresso un voto anti-europeo, populista e anti-immigrazione. A Macerata vince la Lega, il partito nelle cui liste si era candidato Luca Traini, l’autore della sparatoria contro i richiedenti asilo del 3 febbraio, e al ministro dell’Interno uscente Marco Minniti non basta essere stato l’artefice della campagna contro le Ong e dell’accordo con la Libia per fermare i flussi migratori, e arriva solo terzo nel suo collegio. Il Washington Post sottolinea un voto italiano il cui carburante sarebbe la rabbia contro i migranti, mentre per il New York Times “il risultato più probabile sarà un governo in Italia – uno dei paesi fondatori dell’Unione Europea e la più importante economia del Mediterraneo – che investirà significativamente meno nel progetto di un’Europa unita”, e ancora, sull’immigrazione Jason Horowitz ricorda che “l’Italia aveva chiesto a gran voce agli altri paesi europei di condividere il fardello, sia pattugliando il mare che accettando una porzione dei migranti accolti nei centri. Ma i suoi vicini, compresa la Francia, hanno chiuso le porte, e i migranti, molti dei quali si sono sentiti intrappolati in Italia, sono diventati un nervo politico scoperto”. Per il Guardian, il PD è stato punito dagli elettori nonostante il miglioramento della situazione economica e le “dure e controverse misure” per contenere l’immigrazione. Politico.eu scrive che il successo della Lega potrebbe spingere la questione immigrazione ancora più in alto nell’agenda politica. Per la Cnn, “gli italiani appoggiano partiti anti-immigrati e anti-establishment”, mentre i giornali francesi preferiscono sottolineare il messaggio anti-europeo degli elettori italiani. Così ha risposto a un’elettrice il ministro dello Sviluppo Economico uscente Carlo Calenda:
Dici? Forse hanno preferito gli slogan perché tutti hanno usato gli slogan. E allora meglio l'originale. https://t.co/UEeffWseqI
— Carlo Calenda (@CarloCalenda) March 5, 2018
2. Com’era il clima in Italia prima delle elezioni?
Vetri infranti e ingresso distrutto: pochi giorni prima delle elezioni, Macerata è stata teatro di un nuovo episodio di violenza. La sede del Gruppo Umana Solidarietà – associazione impegnata nell’accoglienza dei rifugiati, dei cui progetti beneficiava anche una delle vittime di Luca Traini – è stata attaccata a colpi di mattoni da uno o più sconosciuti. Asgi aveva raccolto qui i programmi di ogni partito sull’immigrazione. E Carta di Roma spiegava qui la forte influenza dei media sul discorso anti-migranti. Mentre a Rimini, fra i manifesti elettorali spuntava un’opera di guerrilla art firmata dal fotografo sardo Gianluca Vassallo. Appena prima delle elezioni, Christian Raimo aveva pubblicato il suo “reportage da fermo” sulla televisione italiana, e notava che, considerando che gli immigrati sono una delle tre cose di cui la tv italiana parla di più, “un’assenza assoluta nei sette canali tra cui faccio zapping sono proprio gli immigrati. Se circa il 9 per cento della popolazione italiana è composta di stranieri, la percentuale in tv si avvicina allo zero assoluto. C’è qualche storia difficile, la soubrette o il ballerino nero. Ma non c’è uno straniero che conduca un programma, un candidato alle elezioni, un ospite come esperto in qualcosa; non ci sono stranieri nelle fiction se non in ruoli marginalissimi, non esistono nelle pubblicità se non in quelle dell’8 per mille alla chiesa cattolica”. Intanto, alcuni deputati di Liberi e Uguali annunciavano l’intenzione di ricorrere alla Corte Costituzionale contro il memorandum di intesa con Tripoli e LaVoce.info faceva un po’ di factchecking sulle dichiarazioni di Minniti a Piazza Pulita a proposito del numero di Ong rimaste ad effettuare soccorsi nel Mediterraneo dopo l’accordo Italia-Libia, dimostrando che il ministro diceva cose non vere. Qualche sorpresa molto umana è arrivata invece dagli ispettori prefettizi inviati a esaminare la situazione di Riace, dove sindaco e cittadinanza da tempo praticano un modello di integrazione senza precedenti, nonostante minacce e difficoltà. Ecco cosa dice la relazione degli ispettori.
3. Europa nel gelo, la neve copre i campi dei migranti
Da Parigi al campo del Baobab a Roma, fino a Ventimiglia, la neve ha reso ancora più difficile la vita dei migranti accampati, spesso aiutati solo dai volontari e dalle donazioni dei cittadini.
4. Tra Calais e Dunkerque, dove Ginecologi senza frontiere aiuta le donne migranti
A Calais, in uno dei tanti accampamenti informali nati dopo lo sgombero della “Giungla”, dove l’associazione Ginecologi senza frontiere fornisce assistenza specifica alle molte donne migranti bloccate nei rifugi. Un lavoro simile a quello fatto a Grande-Synthe, nella periferia di Dunkerque. Ce lo racconta da lì la nostra Emanuela Barbiroglio, mentre Macron implementa la nuova legge sull’immigrazione che di fatto restringe il diritto d’asilo.
5. Processi agli “scafisti”
La filosofia degli investigatori italiani sugli scafisti viene sempre più spesso messa in discussione, dal probabile scambio di persona del processo Mered alla prosecuzione di normali migranti ai quali al momento della partenza è stato affidato il timone di una barca o il motore di un gommone destinato ad affondare. Ecco la panoramica di Ilaria Sesana per Refugees Deeply.
6. Italia-Libia
Seppur con molta lentezza, l’Unhcr sta implementando i corridoi umanitari dalla Libia all’Italia (andranno ad aggiungersi a quelli già operativi da diversi mesi grazie al memorandum di intesa con la Comunità di Sant’Egidio, che operano soprattutto dalla Siria via Libano). Per ora, potranno beneficiare dei nuovi corridoi alcune centinaia di persone, ma si calcola che ad essere bloccate in Libia siano in migliaia. Cresce intanto la preoccupazione per le migliaia e migliaia di cittadini libici tawergha che le milizie dell’area di Misurata non lasciano tornare a casa.
7. Dreamers e rilascio su cauzione: la Corte Suprema degli Stati Uniti decide sui migranti
Due notizie di segno contrastante arrivano dagli Stati Uniti: da una parte, la Corte Suprema ha respinto la richiesta della presidenza Trump di occuparsi della vicenda del Daca e dei Dreamers (che vi avevamo raccontato qui). Questa decisione dovrebbe permettere ai cosiddetti Dreamers di continuare a beneficiare del Daca per alcuni mesi. Un’altra sentenza della Corte Suprema, però, ha deciso che i migranti detenuti non hanno diritto a essere rilasciati su cauzione, il che potrebbe allungare indefinitamente i periodi di detenzione. Come racconta il New York Times, non sono al sicuro nemmeno le centinaia di migliaia di immigrati irregolari che vivono e lavorano nelle cosiddette città-santuario americane, che cercano di proteggerli dalla deportazione.
8. Rifugiati: cosa sta succedendo in Europa?
Nella cornice del controllo della rotta balcanica c’è un nuovo accordo con l’Albania: l’Agenzia europea Frontex fornirà assistenza nel controllo delle frontiere esterne e potrà dispiegare rapidamente i suoi uomini sul territorio albanese in caso di improvvisi cambiamenti nei flussi migratori. Il controllo dei confini esterni dell’Unione resta ancora un punto delicato, si denunciano respingimenti e detenzioni illegali in Polonia, e violazioni dei diritti umani sui confini di Bulgaria e Grecia con la Turchia. Infine, i rapporti AIDA su Francia e Svizzera dicono che l’accesso all’asilo nei due Paesi si sta restringendo.
9. Global Compact: due pareri
Il Global Compact per i Rifugiati sta suscitando molte critiche, qui lo difende Volker Turk, che sta dirigendo il processo di stesura delle varie bozze, mentre qui Camila Barretto Maia, Diego Morales e Raisa Ortiz Cetra ne individuano difficoltà e punti deboli, guardandolo dal sud del mondo.
10. Il Regno Unito post Brexit
Nel campo di Yarl’s Wood in Gran Bretagna 120 migranti detenuti hanno cominciato uno sciopero della fame per protestare contro le condizioni della loro detenzione. Gli agenti dell’immigrazione britannica, invece, hanno intenzione di proseguire nella controversa pratica di raccogliere i dati delle persone migranti dal servizio sanitario nazionale, col rischio di spingere molti a rinunciare alle cure mediche. Intanto sul fronte Brexit, Theresa May fa marcia indietro e annuncia che la residenza dei cittadini Ue in Gran Bretagna verrà garantita durante la fase di transizione. Infine, uno studio di architettura ha progettato una mensa pop-up per rifugiati che la Croce Rossa potrà spostare in giro per Londra a seconda delle necessità.
Foto di copertina via BB (CC BY-NC 2.0)