1. Il regolamento sulle mense del Comune di Lodi è discriminatorio
Il regolamento sull’accesso alle prestazioni sociali è discriminatorio e va cancellato: così ha deciso giovedì pomeriggio il giudice Nicola Di Plotti, accogliendo in pieno le istanze delle famiglie rappresentate da Asgi e Naga.
Il Comune di Lodi dunque dovrà fare marcia indietro sul regolamento che negli ultimi mesi era finito al centro delle polemiche e che, come modificato dalla giunta leghista, non permetteva ai cittadini non appartenenti all’Unione Europea di accedere a prestazioni sociali agevolate. Cittadini extracomunitari che, per accedervi, sarebbero stati costretti a presentare certificazione rilasciata dalla competente autorità dello Stato di origine (corredata di traduzione in italiano legalizzata dall’Autorità consolare italiana): atti difficilissimi da reperire per molte famiglie, e la cui mancanza di fatto avrebbe significato l’esclusione dei piccoli dalle agevolazioni previste per l’accesso alle mense negli asili.
2. Open Arms è accusata di violenza privata contro Salvini
Violenza privata nei confronti del ministro degli Interni Salvini e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina: questi i reati ipotizzati dalla Procura di Ragusa nei confronti del comandante della nave di soccorso Proactiva Open Arms, Reig Creus, e della capo missione Ana Isabel Montes Mier.
Accuse – soprattutto quella di violenza privata – che vengono rigettate dalla ong che dichiara: “continueremo a lavorare e a batterci affinché nessun individuo venga lasciato alla deriva, affinché i principi che hanno fondato l’Europa non vengano calpestati e traditi”.
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Le accuse nei confronti della nave riguardano i fatti accaduti il 15 marzo scorso, quando la nave era sbarcata a Pozzallo con 216 migranti (e che vi avevamo raccontato qui).
Intanto una buona notizia da una donna simbolo tra le tante salvate da Open Arms: Josefa, la migrante soccorsa lo scorso luglio e il cui volto terrorizzato aveva fatto il giro del mondo, è tornata a sorridere.
3. Meno arrivi più partenze, Italia 2018
Frontex, l’agenzia europea per il controllo delle frontiere, ha presentato i dati di questi 11 mesi del 2018: sono stati 138mila i migranti arrivati nell’Ue attraverso le principali rotte migratorie, il 30% meno rispetto allo stesso periodo del 2017. A crollare anche gli sbarchi in Italia: meno 80%. Intanto è dal nostro paese che si continua a partire: nell’ultimo anno 28 mila laureati hanno lasciato l’Italia, il 4% in più rispetto all’anno precedente.
4. Il Garante dei detenuti contro i rimpatri forzati in Egitto
“Proprio nel momento in cui, dopo la conferma della mancata collaborazione delle autorità egiziane nelle indagini sui responsabili della tortura e dell’assassinio di Giulio Regeni, forme di cooperazione istituzionali con l’Egitto vengono sospese, si ha la sensazione che, viceversa, la collaborazione fra i due Paesi in tema di rimpatri forzati sia entrata in una fase di rilancio”. Sono le parole con cui il Garante nazionale dei detenuti, Mauro Palma, prende posizione sul picco di rimpatri verso l’Egitto e la Nigeria, paesi che non hanno istituito un meccanismo nazionale di prevenzione della tortura.
Altre criticità riscontrate nella procedura sono state il mancato preavviso ai rimpatriandi, l’uso generalizzato e preventivo delle fascette in velcro ai polsi dei rimpatriandi, le verifiche di sicurezza effettuate con modalità non sempre rispettose dei diritti della persona.
5. 164 paesi hanno firmato il Global Compact, tra loro non c’è l’Italia
Lo scorso 10 dicembre, 164 governi hanno approvato a Marrakech il Global Compact for migration, documento promosso dalle Nazioni Unite che prevede la condivisione di linee guida generali sulle politiche migratorie. Meno di trenta i governi a non averlo ratificato – fra tutti Usa, Australia e il gruppo di Visegrad – a cui si aggiunge anche il nostro paese.
Così mentre l’assenza del nostro paese non è passata inosservata – l’Italia è stata infatti il solo paese dell’area mediterranea a non essere presente alla conferenza in Marocco – in Belgio la firma del patto ha portato ad una crisi di governo.
6. Manifestavano contro i rimpatri, sono stati accusati di terrorismo
La stampa li ha rinominati “Stansted 15“. Nel marzo 2017, avevano cercato di fermare un rimpatrio forzato di migranti verso Nigeria e Ghana dall’aeroporto di Stansted.
La loro protesta pacifica e pianificata era stata pensata per proteggere i migranti da possibili violazioni e per portare la questione delle deportazioni di massa segrete all’attenzione dell’opinione pubblica.
La settimana scorsa, un anno e mezzo dopo l’episodio, i 15 attivisti che si erano chiusi a bordo di un Titan Airways Boeing 767, segretamente noleggiato dal Ministero dell’Interno, sono stati condannati per reati di terrorismo dalla corte di Chelmsford. Il Guardian ha intervistato alcuni di loro.
7. Giornali, tv e razzismo: un’analisi dei media italiani
Che responsabilità hanno i media italiani nel crescente clima di ostilità nei confronti degli stranieri? Il VI Rapporto della Carta di Roma “Notizie di chiusura” cerca di rispondere a questa domanda con l’aiuto dell’Osservatorio di Pavia.
L’attenzione sul fenomeno migratorio è stata maggiore da parte della tv rispetto alla carta stampata. Sempre più spesso, poi, si è assistito a una specie di sovrapposizione tra l’agenda della politica e quella mediatica. Il mese di giugno, (in cui si è verificata la vicenda della nave Aquarius) ha registrato il record di notizie relative alla migrazione: 875, il valore più alto dal 2015 a oggi.
A restare invariati sono invece la permanenza di alcune cornici di allarme, sospetto e divisione, in una narrazione in cui, come spiega Annalisa Camilli per Internazionale, l’emergenza rimane spesso l’unico filo conduttore.
8. Il paese europeo con più richieste d’asilo? È Cipro
Con quasi 6.000 domande per una popolazione di circa 1 milione l’isola di Cipro ha superato ogni altro stato membro dell’UE nelle richieste di asilo nel 2018, registrando il numero più alto pro capite. Solo ad agosto le richieste sono aumentate del 55% rispetto allo stesso periodo del 2017. Porti chiusi e muri in altri paesi europei hanno spinto Cipro, finora poco interessata dal fenomeno migratorio, in prima linea.
Un problema europeo anche secondo il ministro degli interni Petrides che aggiunge: “è assolutamente necessario trovare una soluzione olistica il che significa distribuire i richiedenti asilo attraverso un meccanismo di ricollocazione automatico ai paesi di tutta l’Unione”
9. Confine Usa-Messico: una bambina di sette anni è morta mentre era in custodia della polizia di frontiera
Una bambina di 7 anni originaria del Guatemala è morta a sud di Lordsburg in Nuovo Messico mentre era in custodia della U.S. Customs and Border Protection (la polizia di frontiera americana). La bambina faceva parte di un gruppo di 163 persone entrate illegalmente negli Usa che si era consegnato alla polizia; secondo le forze dell’ordine “non avrebbe mangiato o consumato acqua per diversi giorni”. Per il Washington Post la tragica vicenda porterà inevitabilmente a un cambio nella gestione delle sovraffollate strutture della Customs and Border Protection.
Intanto fanno discutere le ultime immagini che arrivano dal confine: un video diffuso dall’emittente Msnbc mostra bambini anche piccoli in attesa sulle cui braccia vengono scritti con il pennarello numeri identificativi.
10. Cambiamenti climatici e migrazioni, le storie di chi è costretto a lasciare tutto
Raima ha trent’anni, nove anni fa è stata costretta dall’erosione delle coste ad abbandonare Bhola, l’isola nel golfo del Bengala dove è nata e dove viveva da sempre. Come lei quasi mezzo milione di persone hanno lasciato le proprie case per cercare riparo nei borghi intorno la capitale Dakkha. Storie come quella di Raima si possono trovare in varie parti del mondo, nella settimana in cui Katowice ha ospitato la conferenza sul clima, i giornalisti di Irin ci raccontano le vite di chi ha perso la casa a causa del cambiamento climatico.
Immagine di copertina: Pro Activa Open Arms/Twitter